Operazione della procura di Bolzano e guardia di finanza di Cremona scopre sistema di riciclaggio internazionale
BOLZANO – CREMONA – Un’imponente operazione condotta dalla procura di Bolzano con il supporto della guardia di finanza di Cremona ha svelato un sofisticato sistema di riciclaggio internazionale, che per anni ha movimentato decine di milioni di euro tra Europa e Asia.
La rete, composta da prestanome, società fittizie e conti esteri, ha portato alla luce un flusso illecito di oltre 20 milioni di euro, nascosto dietro un’apparente legalità societaria.
Un sistema ramificato tra Bolzano, Austria e Asia
L’inchiesta, partita da un conto bancario situato in Alto Adige, ha portato alla scoperta di un meccanismo di riciclaggio gestito da due cittadini italiani residenti in Austria, ma originari del Veneto, precisamente delle province di Padova e Treviso. Dal 2020 al 2024, la coppia avrebbe utilizzato una società austriaca per movimentare il denaro tramite il conto bolzanino.
Il modus operandi era tanto semplice quanto efficace: i fondi, frutto di evasione fiscale e attività illecite, venivano depositati a Bolzano, per poi essere trasferiti verso Austria, Lituania e infine Cina. Una volta ripulito, il denaro tornava indietro quasi integralmente, in contanti, all’imprenditore italiano che lo aveva fatto partire.
Prestanome e società di comodo per occultare l’evasione
Al centro del meccanismo c’era un imprenditore edile della provincia di Brescia, considerato dagli inquirenti l’amministratore occulto di almeno sette società intestate a prestanome. Attraverso queste strutture, l’uomo sarebbe riuscito a evadere 28 milioni di euro tra Iva e imposte dirette.
Il denaro veniva utilizzato per alimentare un circuito economico parallelo, permettendo all’imprenditore di finanziare le proprie attività imprenditoriali, godendo di liquidità immediata e fuori da ogni controllo fiscale.
Sequestri per milioni di euro
Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti documenti extracontabili fondamentali per la ricostruzione dei flussi finanziari. Questi prospetti hanno permesso di identificare in dettaglio i movimenti di denaro e i soggetti coinvolti.
Il giudice per le indagini preliminari di Bolzano ha disposto il sequestro preventivo di:
- 15 immobili
- 7 conti correnti
- quote societarie
- liquidità per 5 milioni di euro
A questi si aggiungono il blocco di 1 milione di euro di profitti illeciti, 18 milioni di auto-riciclaggio e il sequestro di ulteriori quote aziendali del valore di 600mila euro, che l’imprenditore aveva ceduto al figlio nel tentativo di sfuggire al fisco.
Le indagini proseguono
Sotto la lente ci sarebbero ulteriori conti correnti e soggetti giuridici coinvolti indirettamente nel sistema. L’intero impianto dell’inchiesta punta a smantellare non solo la rete logistica, ma anche quella finanziaria che ha permesso il riciclaggio di somme così elevate per un periodo prolungato.
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