Blitz contro la criminalità organizzata nel Veneto: sequestrati 100 chili di droga e arrestate due persone
PADOVA – Un nuovo colpo alla criminalità organizzata nel cuore del Veneto ha portato alla luce un vasto sistema di traffico di sostanze illegali, con il sequestro di quasi 100 chili di droga e l’arresto di due persone.
Il valore stimato del materiale recuperato si aggira intorno ai 7 milioni di euro, confermando la portata e la pericolosità dell’organizzazione sgominata.
Il blitz è scattato dopo mesi di indagini serrate da parte della squadra mobile, che ha monitorato movimenti sospetti tra le province di Padova e Vicenza. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire la struttura di una vera e propria rete criminale dedita allo stoccaggio e alla distribuzione di cocaina, hashish e marijuana, pronta a inondare il mercato locale con carichi milionari.
35 panetti di cocaina nascosti sotto un divano
Gli arresti, avvenuti giovedì scorso, rappresentano un punto di svolta nell’operazione. Il primo a finire in manette è stato un cittadino albanese, senza precedenti, fermato nella cintura urbana di Padova. Gli agenti hanno atteso il momento giusto per intervenire e, una volta entrati nella sua abitazione, hanno scoperto 35 panetti di cocaina nascosti accuratamente sotto un divano.
Poche ore più tardi, la polizia è intervenuta in un secondo appartamento, appartenente a un italiano di origine albanese, già noto per reati legati allo spaccio. Anche se inizialmente sembrava che non ci fossero elementi incriminanti, la scoperta della chiave di un’auto a noleggio ha cambiato tutto. All’interno del bagagliaio della vettura, infatti, gli agenti hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale: oltre 2 chili di cocaina, 65 chili di hashish, 1 chilo di marijuana e una pistola a salve modificata, completa di proiettili.
Una rete ben organizzata con ramificazioni in tutto il Veneto
Gli arrestati non agivano da soli. Le indagini, che proseguono senza sosta, hanno fatto emergere il coinvolgimento di altri tre cittadini albanesi e un italiano, attualmente indagati, oltre a tre tunisini, tutti con precedenti specifici, al momento irreperibili. Secondo gli investigatori, il gruppo operava come una “società della droga”, gestendo con estrema precisione logistica e distribuzione.
Il materiale sequestrato, spiegano gli inquirenti, era pronto per essere immesso sul mercato locale e regionale, con una rapidità tale da garantire profitti illeciti milionari in brevissimo tempo. Il tutto era orchestrato attraverso un sistema capillare che si avvaleva anche di appartamenti utilizzati come depositi temporanei e veicoli a noleggio per evitare controlli e depistare le forze dell’ordine.
Un duro colpo alla criminalità organizzata locale
Questo blitz rappresenta un duro colpo per il narcotraffico veneto, che da anni opera con metodi sempre più sofisticati. La polizia, grazie a un lavoro investigativo meticoloso e alla capacità di intercettare segnali deboli, è riuscita a smantellare una parte importante di un meccanismo più ampio, probabilmente con collegamenti anche oltre i confini regionali.
L’operazione non si è limitata agli arresti: gli inquirenti stanno ora analizzando i dati raccolti – dai tabulati telefonici ai movimenti bancari – per risalire ai canali di approvvigionamento e identificare eventuali complici ancora attivi. Secondo fonti interne, non è escluso che la droga sequestrata provenisse da un importante snodo europeo del narcotraffico, ipotesi che apre nuovi scenari investigativi.
Indagini in corso per identificare tutti i membri del gruppo
Le autorità competenti stanno lavorando per chiarire ogni dettaglio della filiera criminale. Secondo gli agenti, la struttura dell’organizzazione suggerisce una gerarchia ben definita, in cui ogni elemento svolgeva compiti specifici per garantire l’efficienza del traffico. Gli sviluppi delle prossime settimane saranno decisivi per comprendere se l’intero sistema sia stato smantellato o se restino cellule operative attive. In parallelo, si lavora anche su un piano preventivo per rafforzare i controlli nei punti sensibili del Veneto, soprattutto lungo le rotte già note per lo spostamento di droga.
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