Processo e testimonianze dei pazienti
SAN DONÀ DI PIAVE (VE) – Roberto Rossin, un 67enne residente a San Donà, è stato condannato a due anni di reclusione e al pagamento di una multa di 23.000 euro per esercizio abusivo della professione, truffa e attività sanitaria non autorizzata. L’uomo, che si spacciava per dentista, vantava titoli conseguiti in Polonia, ma non riconosciuti in Italia. Nonostante fosse stato già oggetto di indagini dalla Guardia di Finanza nel 2015 per evasione fiscale e abuso della professione, Rossin ha continuato a esercitare senza sospetti da parte dei pazienti.
Durante il processo, sono stati ascoltati quattro testimoni, pazienti che hanno raccontato le loro esperienze negative con il falso dentista, rivelando trattamenti inefficaci e problematiche derivanti dalle cure ricevute. Rossin, difeso dall’avvocato Alegiani, aveva prodotto titoli polacchi per giustificare la sua attività, ma la giustizia italiana non li ha riconosciuti validi. La sentenza, emessa dal giudice Rizzi, ha previsto anche il pagamento di 15.000 euro a favore dell’Associazione dentisti di Venezia e di 20.000 euro a una paziente che ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico corretto da un altro professionista.
Sequestro dello studio e impugnazione della sentenza
La difesa di Rossin aveva inizialmente cercato un accordo di patteggiamento, ma questo avrebbe comportato la confisca dei locali, di sua proprietà. Per questo motivo, ha preferito affrontare il processo, ma comunque la giudice ha disposto il sequestro dello studio dentistico e delle attrezzature. Sebbene si tratti di una sentenza di primo grado, Rossin ha la possibilità di impugnare la decisione in appello. Le indagini erano state condotte dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni, che avevano sorpreso Rossin mentre lavorava nello studio, presentando false credenziali.
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