L’autismo non richiede assistenza ma armonia.
E’ la premessa del progetto che ha visto collaborare Linakut, realtà che si occupa di formazione e di inclusione di presone autistiche, e Synlab, azienda leader nei servizi di diagnostica e ed esami di laboratorio e che nel padovano conta sette centri.
La volontà è quella di preparare il personale che lavora a contatto con il pubblico per metterli nelle condizioni di affrontare e capire determinate situazioni e assistere nel migliore di modi le persone autistiche e le loro famiglie.
I primi corsi di formazione, destinati a oltre 30 collaboratori, si sono conclusi nei giorni scorsi.
Dall’accettazione ai tecnici di radiologia, passando per fisioterapisti e infermieri, hanno affrontato una parte teorica e una pratica.
La prima fase del corso infatti è curata dal comitato scientifico di Linkaut e dedicata alle informazioni scientifiche sul disturbo dello spettro autistico. La seconda è incentrata sull’accoglienza consapevole, per evitare errori spesso banali, mentre la terza è di tipo esperienziale con gli operatori che vengono messi alla prova da ragazzi con autismo, che partecipano al corso e vengono retribuiti come formatori.
“Il nostro impegno quotidiano – commenta Cesare Gallorini – è rivolto agli utenti perché tutti si sentano accolti e abbiano l’opportunità di una vita più in salute, con particolare attenzione all’inclusione delle diverse fragilità. Sono orgoglioso che i colleghi siano stati adeguatamente preparati a supportare in modo personalizzato i pazienti”.
Enrico Fantaguzzi è padre di Tommaso, un ragazzo autistico di 28 anni, e dalla sua personale esperienza nasce Linkaut.
“La volontà è quella di immaginare un mondo senza pregiudizi, dove la diversità sia considerata una risorsa. La neurodivergenza è un diverso modo di processare le informazioni che necessità comprensione. Non c’è un modo unico – spiega Fantaguzzi – di rapportarsi con le persone autistiche ma alcuni sbagli possono essere evitati, come per esempio non toccarli al primo incontro”.
“Abbiamo imparato – conclude Gallorini – un approccio diverso su come affrontare alcune difficoltà che i pazienti possono incontrare, come ad esempio far tenere degli oggetti cari per eliminare lo stress durante le visite. Sembra una banalità, ma non è un gesto scontato”.
L’esperienza veneta rientra in un grande progetto che Synlab ha avviato su scala nazionale e che vede l’azienda in prima linea per venire incontro alle esigenze di persone autistiche in un’ottica di inclusione attiva.
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