Pedopornografia, indagini della Polizia di Vicenza e Caltanisetta: arrestato 35enne per produzione di contenuti illeciti
Arrestato a Vicenza 35enne accusato di reati su minori. Indagini iniziate in Sicilia dopo la denuncia di alcuni genitori.


VICENZA – Un uomo di 35 anni è stato arrestato con gravi accuse legate alla produzione di contenuti illeciti e alla corruzione di minorenni. Le indagini, iniziate in Sicilia, a Caltanissetta, hanno portato la polizia a compiere un blitz in provincia di Vicenza, dove risiedeva il sospettato .
La denuncia dei genitori di un minore
Tutto è iniziato con la denuncia dei genitori di un minorenne residente a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. I familiari del giovane, preoccupati da comportamenti insoliti, si sono rivolti alle forze dell’ordine, innescando così una complessa indagine da parte della sezione operativa per la sicurezza cibernetica. La collaborazione tra gli investigatori siciliani e quelli veneti ha portato all’individuazione del sospetto.
L'arresto e il sequestro dei dispositivi elettronici
Il 35enne vicentino è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Caltanissetta, su richiesta della Procura locale. Il provvedimento è stato eseguito direttamente nella sua abitazione, situata nella provincia di Vicenza, dove gli agenti della polizia postale hanno fatto irruzione per sequestrare dispositivi elettronici e raccogliere ulteriori prove.
L’uomo è stato poi trasferito nella casa circondariale del capoluogo veneto, dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Gli investigatori, grazie a sofisticate tecnologie di monitoraggio digitale, sono riusciti a ricostruire la rete di contatti del sospettato e a individuare materiale compromettente. Secondo le ricostruzioni fornite dalle autorità, il 35enne avrebbe stabilito un contatto diretto con il minore, instaurando una relazione che si è poi trasformata in condotte illecite e documentate digitalmente. Le indagini telematiche hanno permesso di raccogliere tracce digitali determinanti per formulare le accuse. Gli agenti, supportati da strumenti avanzati, hanno lavorato anche su app di messaggistica e canali riservati della rete.