VERONA – Una donna di poco più di 40 anni ha affrontato una gravidanza segnata da una diagnosi terribile: un tumore maligno avanzato al collo dell’utero, scoperto alla 16ª settimana di gestazione. La malattia non era in stadio iniziale, ma richiedeva un trattamento immediato e radicale.
L’équipe dell’Ospedale Borgo Trento studia un piano senza precedenti
A occuparsi del caso è stata l’unità di Ostetricia e Ginecologia A dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona, diretta dal professor Massimo Franchi. Il delicato percorso terapeutico è stato affidato al professor Stefano Uccella, ginecologo specializzato in oncologia ginecologica. Con lui, un’équipe composta anche dalle dottoresse Ricci e Biancotto. Vista la volontà della paziente di portare avanti la gravidanza, i medici hanno progettato un intervento chirurgico mini-invasivo per rimuovere i linfonodi pelvici, fondamentale per contenere il rischio metastatico, e al contempo effettuare un cerchiaggio uterino per prolungare la gestazione.
Intervento al quinto mese, parto e operazione definitiva nella stessa sala
L’intervento in laparoscopia è stato eseguito con successo al quinto mese. La gravidanza ha potuto proseguire fino alla 35ª settimana, quando la donna ha partorito con taglio cesareo programmato. Subito dopo la nascita, è stata sedata con anestesia generale e l’équipe ha eseguito l’isterectomia radicale, rimuovendo completamente l’utero e i tessuti coinvolti dal tumore.
Guarigione completa e un nuovo inizio
L’esame istologico effettuato a maggio ha confermato l’assenza di cellule tumorali. Un esito straordinario che segna non solo la salvezza della madre, ma anche la nascita in salute della piccola. Decisiva è stata la sinergia tra ginecologi, oncologi, anestesisti e neonatologi, con il supporto della Neonatologia guidata dal dottor Beghini.
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