Nella tarda mattinata di martedì 27 febbraio, la tranquillità di Bovolenta è stata scossa da un evento drammatico che ha riacceso i riflettori sulla piaga dei femminicidi in Italia. Sara Buratin, una donna di 41 anni e madre di una ragazzina adolescente, è stata brutalmente assassinata nel giardino dell’abitazione della madre, situata in viale Italia, un’area ironicamente vicina alla stazione dei carabinieri. Il marito, Alberto Pittarello, 39 anni, è stato trovato morto, era finito in acqua nel fiume Bacchiglione con la sua auto a Ca’ Molin. Sara Buratin era madre di una ragazzina adolescente e lavorava come assistente in uno studio dentistico. Un vicino ha riferito di aver visto e sentito la coppia litigare, di fronte a casa, un paio di giorni fa.
Il tragico ritrovamento
Il corpo senza vita di Sara è stato scoperto dalla madre, che, sopraffatta dal dolore, ha accusato un malore ed è stata successivamente assistita dal Suem 118. Indagini in corso, condotte con il massimo impegno dai carabinieri del Nucleo investigativo e dal medico legale, sotto la supervisione del magistrato di turno, Sergio Dini.
Una comunità in lutto e in cerca di risposte
La morte di Sara Buratin non è solo una tragedia personale e familiare ma un evento che scuote l’intera comunità, ancora profondamente segnata dal dolore per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, sottolinea l’importanza della preghiera e della riflessione in questo momento difficile, evidenziando come il fenomeno dei femminicidi sia tragicamente diffuso anche in contesti percepiti come tranquilli e sicuri.
La voce delle istituzioni e delle associazioni
Le parole di Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, esprimono un senso di frustrazione e rabbia per la continua violenza contro le donne. La sua riflessione pone l’accento sulla necessità di una cultura basata sul rispetto reciproco e l’attenzione verso il prossimo, valori che dovrebbero essere insegnati fin dall’infanzia e promossi attraverso l’educazione continua e azioni concrete di sensibilizzazione. La lotta contro la violenza sulle donne, come sottolinea Toigo, non può più tollerare passi indietro o giustificazioni, richiamando al rispetto profondo che ogni individuo dovrebbe naturalmente nutrire verso il prossimo.
La morte di Sara Buratin ci interpella tutti, sollecitando una riflessione profonda sulle cause radicate della violenza di genere e sui modi in cui la società può e deve agire per prevenirla. La tragedia di Bovolenta non è solo una notizia di cronaca nera ma un monito per l’intera società a non abbassare la guardia, a promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza, e a sostenere concretamente le vittime di violenza e le loro famiglie. Solo così potremo sperare in un futuro in cui eventi così devastanti diventino un triste ricordo del passato.
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