La discussione sulla legge di iniziativa popolare riguardante il suicidio medicalmente assistito, promossa dall’associazione ‘Coscioni’, si è conclusa senza il successo sperato in Veneto. Nonostante il dibattito intenso, i primi due dei cinque articoli complessivi non hanno ottenuto il sì della maggioranza assoluta, essenziale per l’approvazione della legge.
Il ruolo del secondo Articolo
Particolarmente significativo è stato il rifiuto del secondo articolo, considerato “fondamentale” per la struttura della legge. In risposta a questa situazione, il presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, ha proposto il rinvio della discussione in commissione. Questa proposta è stata successivamente accettata dall’assemblea.
La divisione nel Centrodestra
La votazione ha evidenziato una netta spaccatura all’interno del centrodestra. Da una parte, Fratelli d’Italia (Fdi) e Forza Italia (Fi) si sono espressi contro la proposta, mentre dall’altra, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e una parte della Lega si sono mostrati favorevoli, in linea con le posizioni delle opposizioni. Il governatore Zaia dopo il voto: «La legge non cambiava il corso delle cose, il fine vita è già autorizzato da una sentenza della Corte Costituzionale. La legge non sarebbe servita, come avevo già detto in precedenza. Mi spiace che qualcuno abbia dato une lettura errata, ovvero che la legge discussa in Veneto “istituiva il fine vita”. Non istituiva niente, ma stabiliva solo i modi e i tempi delle risposte ai malati, e le modalità di coinvolgimento delle Asl. Ma nonostante non sia diventata legge (con 25 voti a favore e 25 contro), i malati terminali con determinate caratteristiche sanno che possono presentare le loro istanze per il fine vita, in base alla sentenza della Consulta».
Il dibattito politico e sociale sulla questione
Questo esito riflette la complessità e la sensibilità del tema del suicidio medicalmente assistito nella società e nella politica italiana. Il dibattito su queste tematiche solleva questioni etiche, legali e morali, evidenziando la necessità di un approccio equilibrato e profondamente riflessivo.
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