Chikungunya, focolaio a Verona: sono 10 i casi accertati
Salgono a 10 i casi di chikungunya nel Veronese. Estese le disinfestazioni e rafforzate le misure preventive per ridurre la diffusione del virus.


VERONA – È salito a 10 il numero di casi di chikungunya registrati nel territorio veronese dall’inizio del focolaio. Si tratta di 7 infezioni confermate e 3 probabili, tutte in soggetti che si trovano attualmente al proprio domicilio in condizioni di salute considerate non gravi.
Nuovi casi a Sant’Ambrogio di Valpolicella
Gli ultimi episodi riguardano residenti del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, località distante dall’area di Parona, inizialmente interessata dal fenomeno. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha richiesto un’estensione degli interventi di disinfestazione a tutto il territorio.
Le azioni di contenimento
La Regione Veneto, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’IZSVe e dell’Azienda Ulss 9 Scaligera, ha predisposto una strategia straordinaria che prevede:
- disinfestazioni sincrone con trattamenti adulticidi e larvicidi, ampliati anche ai Comuni vicini;
- interventi mirati nei luoghi di aggregazione sociale;
- coinvolgimento dei sindaci per l’applicazione delle misure di prevenzione;
- attività di monitoraggio con trappole per valutare la densità di zanzare Aedes;
- ripetizione dei trattamenti nelle zone già colpite, come Parona;
- campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini, con particolare attenzione ai comportamenti di prevenzione quotidiana.
Come si trasmette il virus
La chikungunya non si diffonde da persona a persona, ma esclusivamente attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes. Per ridurre il rischio di contagio è raccomandato l’uso di repellenti cutanei, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di acqua stagnante nei pressi delle abitazioni, condizione favorevole alla riproduzione delle zanzare.
Un’area sotto osservazione
Il Veronese si conferma un’area sotto osservazione, dove le misure preventive e la collaborazione tra istituzioni sanitarie e amministrazioni locali risultano decisive per contenere l’eventuale diffusione del virus.