Mestre, la mostra “Munch. La rivoluzione espressionista” racconta l’eredità del genio norvegese al Candiani

Al Centro Culturale Candiani di Mestre la mostra “Munch. La rivoluzione espressionista” esplora l’eredità del maestro norvegese.

24 ottobre 2025 09:54
Mestre, la mostra “Munch. La rivoluzione espressionista” racconta l’eredità del genio norvegese al Candiani -
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MESTRE (VE) – Il Centro Culturale Candiani ospita la nuova mostra “Munch. La rivoluzione espressionista”, ideata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dedicata al genio di Edvard Munch e alla sua influenza sull’arte europea. Un percorso che va oltre l’artista e il suo celebre “Urlo”, per raccontare l’uomo, il pensatore e il rivoluzionario che ha dato voce alle inquietudini del suo tempo.

Un viaggio nella cultura europea

Il progetto, articolato in sette sezioni, ricostruisce il dialogo tra Munch (Løten, 1863 – Oslo, 1944) e i movimenti artistici europei tra Ottocento e Novecento: dal Naturalismo e Simbolismo fino al Postimpressionismo e alle Secessioni tedesche.
Accanto alle opere grafiche originali conservate alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ PesaroAngoscia, L’urna, La fanciulla e la morte e Ceneri – la mostra mette in relazione il maestro norvegese con autori come Goya, Redon, Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Gauguin, restituendo il clima culturale che plasmò la sua rivoluzione visiva.

Le Secessioni e l’eredità europea

Una parte del percorso è dedicata alle Secessioni di Monaco, Vienna e Berlino, di cui Munch fu protagonista e ispiratore.
A Monaco, il suo segno tormentato e simbolista influenzò artisti come Franz von Stuck e, in Italia, Arturo Martini e Alberto Martini.
A Berlino, la sua mostra del 1892 provocò uno scandalo che contribuì alla nascita della Secessione berlinese: un laboratorio di idee dove si intrecciarono Simbolismo, Jugendstil e Postimpressionismo.

Dalla grafica espressionista al Novecento

L’influenza di Munch si estende ai maestri del gruppo Die Brücke, come Erich Heckel, che riscoprirono la xilografia e la grafica come mezzi espressivi diretti.
Nel dopoguerra, artisti come Otto Dix e Max Beckmann trasformarono il dolore collettivo in immagini più crude e disincantate.
Il percorso arriva fino al Novecento e al contemporaneo, mostrando come l’“urlo” di Munch riecheggi nelle opere di Guttuso, Musič, Vedova, Finzi, Abramović e Shirin Neshat, in un dialogo tra passato e presente che attraversa guerra, memoria e identità.

Il Candiani verso la contemporaneità

La mostra, allestita nelle sale del terzo piano del Centro Culturale Candiani, anticipa la trasformazione del complesso mestrino in una Casa delle Contemporaneità firmata MUVE, che accoglierà un nuovo museo dedicato all’arte dal 1948 a oggi, con opere italiane e internazionali.

Centro Culturale Candiani – Piazzale Candiani 7, Mestre
Aperto da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00.
Ingresso gratuito previa registrazione online.

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