Ulss 2, tagli ai fondi: il warning di Nursing Up “A rischio la qualità dell'assistenza ai cittadini”

Nursing Up denuncia penalizzazioni per infermieri e sanitari. Ospedali della Marca sempre più in difficoltà.

14 settembre 2025 10:48
Ulss 2, tagli ai fondi: il warning di Nursing Up “A rischio la qualità dell'assistenza ai cittadini” -
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TREVISO – La situazione negli ospedali della Marca si fa sempre più complessa a causa dei tagli alle risorse destinate alla produttività e ai fondi per le attività aggiuntive del personale sanitario e infermieristico dell’Ulss 2.

La decisione presa al tavolo sindacale, con il voto favorevole della maggioranza delle sigle, sta già sollevando forti polemiche tra i professionisti della sanità.

Secondo quanto stabilito dal Patto della Salute, il Veneto ha a disposizione un fondo da 150 milioni di euro, suddivisi in tre anni, destinato a sostenere e incentivare chi opera nella sanità pubblica. Per il comparto, i 30 milioni annuali sono stati ripartiti in due blocchi: voucher da 350 euro per ogni lavoratore e risorse per chi presta servizio in aree particolarmente difficili.

Contestazioni alla gestione delle somme da pare dell'Ulss 2

Tuttavia, la gestione delle somme da parte dell’Ulss 2 di Treviso ha generato malumori. Nursing Up, unico sindacato a opporsi, denuncia che una parte del fondo, circa 400 mila euro, sia stata dirottata per estendere il beneficio dei voucher anche al personale amministrativo.

Guerrino Silvestrini, referente regionale del sindacato, ha ribadito che l’operazione rappresenta «un danno per chi ogni giorno è in prima linea negli ospedali».

Secondo Nursing Up, quei fondi dovevano essere utilizzati esclusivamente per il personale sanitario e sociosanitario, come previsto dagli accordi con la Regione.

Il sindacato aveva proposto di reinvestire almeno una parte delle risorse residue per rifinanziare la copertura dei turni carenti, garantendo così incentivi più attrattivi, pari a 38 euro l’ora, per chi accetta richiami in servizio. La proposta, però, è stata bocciata da Cgil, Cisl, Uil, Fials e Nursind.

Le difficoltà all'interno delle strutture venete

Il problema si traduce in difficoltà concrete nei reparti. All’ospedale di Conegliano, ad esempio, mancano 56 infermieri, una carenza che costringe chi è in servizio a sobbarcarsi turni massacranti e a lavorare anche per i colleghi assenti. Una situazione che rischia di ripetersi in tutte le strutture della Marca.

Da settembre a dicembre, infatti, non ci saranno più risorse per incentivare i richiami in servizio. Questo significa che medici, ostetriche, infermieri e operatori sociosanitari dovranno garantire la copertura dei turni senza alcun riconoscimento economico aggiuntivo.

Il rischio concreto è quello di aggravare ulteriormente la carenza di infermieri e operatori, con ricadute dirette sulla qualità dell’assistenza ai cittadini. Una scelta che, secondo i rappresentanti di Nursing Up, tradisce lo spirito del Patto della Salute e mina la fiducia di chi lavora ogni giorno nelle corsie ospedaliere.

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