Smart Paper, tensioni sul cambio di appalto ENEL: possibile trasferimento di 61 lavoratori

Smart Paper, cresce l’allarme per il futuro occupazionale. I sindacati pronti a valutare altre mobilitazioni

16 ottobre 2025 19:02
Smart Paper, tensioni sul cambio di appalto ENEL: possibile trasferimento di 61 lavoratori -
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ROMA - CONEGLIANO VENETO (TREVISO) La situazione occupazionale legata al cambio di appalto ENEL sta generando forte tensione tra i lavoratori di Smart Paper, realtà con sede a Castelfranco Veneto.

Il confronto del 15 ottobre a Roma ha evidenziato dubbi e timori per oltre 120 dipendenti coinvolti nella transizione verso il nuovo raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Accenture e DataContact.

La prospettiva di spostare 61 addetti a Padova e la mancanza di tutele certe hanno acceso l’allarme tra le rappresentanze sindacali.

"Assenza di garanzie concrete", la denuncia dei sindacati

Secondo la FIOM CGIL e la RSU, la proposta non offre garanzie concrete sulla continuità lavorativa. Si teme l’introduzione di condizioni contrattuali peggiorative, possibili esuberi e una ridefinizione delle mansioni che potrebbe incidere negativamente sulle attuali tutele.

La mancanza di una clausola che salvaguardi tutti i dipendenti alimenta il malcontento.

Inoltre, l’ipotesi di trasferimenti forzati e l’incertezza sulle modalità di lavoro a distanza rischiano di compromettere l’equilibrio familiare e professionale di molti lavoratori.

Si esorta ENEL a prendere una posizione chiara

La FIOM CGIL di Treviso insiste su una presa di posizione chiara da parte di ENEL, chiamata in causa in quanto committente. I sindacati chiedono che venga garantita la continuità occupazionale e che non vi siano ricadute in termini di diritti e retribuzioni.

I rappresentanti dei lavoratori sottolineano che l’azienda non può ignorare la responsabilità sociale su un appalto che coinvolge oltre cento persone: «Il rischio non deve gravare sui dipendenti».

Se il confronto non porterà a un accordo soddisfacente, le organizzazioni sindacali sono pronte a valutare nuove forme di mobilitazione.

Oltre ai trasferimenti, diversi dipendenti temono una riduzione delle possibilità di smart working e uno spostamento delle attività fuori dall’attuale sede territoriale.

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