Restauro del trampolino di Zuel: l’impresa trevigiana Euroedile firma l’imponente impalcatura che avvolge l’icona di Cortina
A Cortina, Euroedile realizza un ponteggio record per il restauro del trampolino di Zuel: 22 km di tubi, 51 metri d’altezza e 2.700 mq sospesi nel vuoto.
CORTINA D’AMPEZZO — Ventidue chilometri di tubo lineare in acciaio, 2.700 metri quadrati di superficie calpestabile sospesa nel vuoto e 51 metri d’altezza: sono i numeri impressionanti del cantiere che sta restituendo nuova vita al trampolino olimpico di Zuel, uno dei simboli più riconoscibili di Cortina d’Ampezzo.
A firmare l’imponente impalcatura è la Ponteggi Euroedile di Postioma di Paese (Treviso), chiamata da Ecoedile Srl di Bergamo, impresa capofila dell’intervento di recupero, per la realizzazione della complessa struttura che avvolge completamente il celebre monumento sportivo.
Un cantiere tra ingegneria e paesaggio
Chi oggi osserva il trampolino nella sua fase di restauro non vede soltanto un reperto del passato — luogo di gloria sportiva delle Olimpiadi del 1956 e set cinematografico di James Bond e Fantozzi — ma anche un capolavoro di ingegneria contemporanea, capace di fondersi con la natura circostante.
I montanti verticali e i traversi orizzontali in acciaio lucido disegnano una griglia metallica che amplifica la maestosità della struttura, creando un dialogo tra geometria tecnica e armonia alpina. Un’immagine destinata a diventare iconica, come lo fu il trampolino stesso, protagonista anche di francobolli e affrancature storiche.
Un progetto da record
L’altezza della torre centrale raggiunge i 51 metri, mentre la rampa di lancio si estende per circa 83 metri.
Numeri che non spaventano il team di Euroedile, abituato a operare su strutture complesse e in contesti estremi.
«Abbiamo realizzato una progettazione tridimensionale in 3D, condivisa con la direzione dei lavori – spiega Daniele Crosato, geometra e responsabile tecnico del progetto –.
Le strutture provvisionali, pari a 1.600 quintali di alluminio e acciaio, sono state progettate per scaricare il peso direttamente a terra: come se 30 elefanti evitassero di gravare sulla struttura principale».
Sicurezza, stabilità e precisione millimetrica
L’elemento chiave dell’intervento è il ponteggio multidirezionale MP di Pilosio, che ha consentito di adattarsi perfettamente alla geometria inclinata e irregolare del trampolino, garantendo al contempo stabilità e sicurezza.
La struttura è stata progettata per resistere ai forti venti di alta quota, modellando con precisione le curvature e le pendenze della rampa e della torre di rincorsa.
Per agevolare le operazioni di restauro, sono state create quattro passerelle di collegamento che consentono l’accesso ai diversi livelli sotto la rampa.
La movimentazione dei materiali in quota è affidata al montacarichi elettrico Pilosio Up, impiegato anche per il trasporto del personale, affiancato da una scala di sicurezza continua utilizzata come via di fuga d’emergenza.
Un’opera che unisce tecnica e memoria
Le strutture provvisionali verranno smantellate nei primi mesi del 2026, quando l’impianto — restaurato in ogni sua parte da Ecoedile Srl — sarà restituito al territorio nel suo rinnovato splendore.
«Vogliamo ridare allo skyline alpino un’opera che racconta storia, comunità e memoria – commenta Enzo Nembrini, direttore generale di Ecoedile –.
Il nostro lavoro combina tecniche d’avanguardia e cura artigianale, perché ciò che fa bene al monumento fa bene anche al territorio e a chi lo abita».
Dopo la conclusione di questa fase, Euroedile sarà impegnata nell’allestimento dei ponteggi per le tribune laterali, anch’esse interessate dal restauro a cura della stessa impresa lombarda.
Un progetto che non solo restituisce al trampolino di Zuel la sua bellezza originaria, ma ne riafferma il ruolo di simbolo architettonico e sportivo delle Dolomiti, nel segno dell’eccellenza italiana nella tecnica e nella cultura del costruire.