La Borromini di Colognola ai Colli conferma la chiusura nonostante le richieste della Fiom e dell’assessora al lavoro Mantovan
COLOGNOLA AI COLLI (VERONA) – Nonostante le richieste della Fiom e dell’assessora al lavoro Mantovan, l’azienda Borromini di Colognola ai Colli ha confermato la propria intenzione di chiudere, ignorando gli appelli al tavolo dell’Unità di Crisi.
La decisione della Borromini di avviare la procedura di licenziamento collettivo per i suoi 45 lavoratori ha scatenato un’immediata reazione da parte dei dipendenti, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali.
Sciopero spontaneo contro i licenziamenti
Appena ricevuta la comunicazione via PEC, i lavoratori hanno incrociato le braccia, dando il via a uno sciopero spontaneo. La protesta è scaturita dall’indignazione per una decisione definita “scellerata” dalla proprietà, che ha deciso di chiudere la storica realtà produttiva di Colognola ai Colli.
Martino Braccioforte, segretario generale della Fiom di Verona, ha espresso forte preoccupazione:
“Dopo l’incontro in Regione speravamo in un’apertura, ma questa scelta dimostra il totale spregio di questi fondi per il governo, che ha elargito loro oltre 47 milioni di euro in fondi pubblici. Non possiamo che pensare che questi soldi non siano stati usati per risanare Borromini e Vetrerie Riunite, ma per acquistare una vetreria in Cina con un investimento di 7 milioni di euro. È incredibile vedere come fondi speculativi possano usare denaro pubblico senza alcun controllo.”
Fondi pubblici e speculazioni: il caso Borromini
L’azienda, controllata da fondi portoghesi, è la stessa proprietaria delle Vetrerie Riunite, dove recentemente è stato chiuso un forno, scatenando un’altra vertenza sindacale. Filctem ha denunciato la mancanza di un piano industriale chiaro, alimentando i sospetti di una strategia mirata più alla speculazione che al rilancio dell’industria locale.
“Guardando la situazione nel suo complesso, l’ipotesi più realistica è che questi investitori abbiano comprato solo per dismettere e speculare, anche grazie ai fondi pubblici ricevuti”, ha aggiunto Braccioforte.
Sciopero e presidio davanti ai cancelli
Per protestare contro questa decisione e la chiusura del forno nelle Vetrerie Riunite, è stato indetto uno sciopero di 8 ore. Il presidio è previsto per venerdì 28 febbraio 2025, dalle 9 alle 12, davanti ai cancelli della Borromini. L’evento si svolgerà in concomitanza con lo sciopero unitario dell’industria metalmeccanica per il rinnovo del CCNL, coinvolgendo anche i lavoratori dell’est veronese, pronti a esprimere la propria solidarietà ai colleghi colpiti dai licenziamenti.
Appello alle istituzioni
Sindacati e lavoratori chiedono un intervento immediato da parte di Regione e Governo, affinché venga fatta chiarezza sull’uso dei fondi pubblici e si ponga fine a operazioni speculative che penalizzano il tessuto industriale e occupazionale italiano.
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