Omicidio Vincenza Saracino, il Venezuela blocca l'estradizione di Nasato: processo in Sudamerica

Caso Saracino: Luigi Nasato, accusato di omicidio volontario, resta in Venezuela. E' arrivato il NO all'estradizione.

23 aprile 2025 19:05
Omicidio Vincenza Saracino, il Venezuela blocca l'estradizione di Nasato: processo in Sudamerica -
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CANIZZANO (TREVISO) – Un nuovo colpo di scena sul caso dell’omicidio di Vincenza Saracino, la donna di 50 anni brutalmente assassinata il 2 luglio 2024 in un casolare abbandonato a Canizzano.

La Corte di Cassazione del Venezuela ha definitivamente negato l'estradizione del principale sospettato, Luigi Nasato, 33 anni, che resterà quindi sotto processo nel Paese sudamericano.

Il Venezuela dice no all’estradizione

Il 19 marzo scorso, la massima autorità giudiziaria venezuelana ha emesso una sentenza definitiva: Nasato non tornerà in Italia. Il motivo? La sua cittadinanza venezuelana prevalente rispetto al passaporto italiano.

La notizia è stata comunicata in ritardo, come ha confermato il Procuratore della Repubblica Marco Martani, giunta solo nelle ultime ore alle autorità italiane, che da mesi sollecitavano una risposta attraverso canali diplomatici.

Una decisione attesa, come sottolinea Martani: “Fuori dall’area Schengen, la cooperazione giudiziaria presenta ostacoli significativi. La maggior parte dei Paesi extraeuropei, tra cui il Venezuela, tende a non estradare i propri cittadini, anche in caso di gravi reati”.

ll processo si terrà in Sudamerica

Luigi Nasato, accusato di omicidio volontario, sarà quindi processato in Venezuela. Le autorità locali hanno deciso di mantenere il 33enne in carcere preventivo, in attesa del processo. L’arresto risale alla fine di settembre 2024: il giovane fu trovato nella cittadina di Maracayo, ospite nella casa del nonno, grazie all’intervento degli agenti dell’Interpol.

Il procedimento giudiziario avverrà in Venezuela sulla base del fascicolo d’indagine che verrà trasmesso dalla Procura italiana. In caso di necessità, saranno predisposte rogatorie internazionali per consentire l’audizione dei testimoni ritenuti determinanti per ricostruire il movente e la dinamica del delitto.

La risposta della magistratura italiana

Già a metà febbraio, il Pubblico Ministero Giovanni Valmassoi aveva tentato una nuova mossa diplomatica, scrivendo per la terza volta al Ministero della Giustizia e coinvolgendo anche la Farnesina. Ma fino a pochi giorni fa, da Caracas non era arrivato alcun segnale.

L’ultima mossa l’ha fatta lo stesso Nasato: si è opposto formalmente all’estradizione, puntando proprio sulla sua cittadinanza venezuelana. Intanto, le autorità italiane si stanno preparando a collaborare con i colleghi venezuelani, fornendo ogni elemento utile per assicurare che il processo sia condotto nel rispetto delle garanzie e con piena trasparenza. Nonostante le difficoltà, l’obiettivo rimane lo stesso: ottenere giustizia per Vincenza Saracino.

La speranza è che il processo in Venezuela non diventi solo un rituale formale, ma porti davvero alla condanna del colpevole, se tale verrà dimostrato.

Due aspetti rimangono centrali: la collaborazione tra gli Stati e la determinazione della magistratura italiana a far valere le proprie indagini, anche oltre confine.

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