Caso Favaretto: 15enne condannato a 8 anni, la difesa prepara l’appello
Condannato a 8 anni il 15enne coinvolto nell’omicidio di Francesco Favaretto a Treviso. La difesa: «Faremo appello».
TREVISO – È arrivata la prima sentenza per il drammatico omicidio di via Castelmenardo, una vicenda che ha sconvolto la città e scosso la comunità locale. Il 15enne accusato di aver partecipato all’aggressione che portò alla morte di Francesco Favaretto, 22 anni, è stato condannato a otto anni di reclusione dal Tribunale dei minori di Venezia.
La sentenza e le attenuanti riconosciute
Il giovane, difeso dall’avvocato Fabio Crea, era imputato per omicidio volontario aggravato e rapina aggravata. Nonostante le pesanti accuse, i giudici hanno riconosciuto al ragazzo le attenuanti generiche, considerate prevalenti sulle aggravanti.
Il pubblico ministero Pietro Parolin aveva chiesto 12 anni di reclusione, già ridotti di un terzo per il rito abbreviato, ma la sentenza è stata più mite.
«Presenteremo ricorso in appello – ha dichiarato l’avvocato Crea –. Le diverse questioni che avevamo sollevato, supportate da perizie, saranno valutate in secondo grado. Siamo parzialmente soddisfatti: pur essendo stata confermata la responsabilità per concorso in omicidio volontario, la pena è contenuta rispetto alle accuse iniziali».
Le perizie e i dubbi della difesa
Le perizie disposte dal tribunale hanno avuto un ruolo determinante. Quella psichiatrica ha stabilito che il 15enne era capace di intendere e volere, mentre quella medico-legale ha concluso che la ferita al torace riportata da Favaretto fu concausa della morte, ma – secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza – non fu inferta dal minore.
Su questa circostanza si concentrerà gran parte del ricorso in appello, con la difesa convinta che i veri responsabili del colpo mortale siano altri componenti del gruppo.
Verso il processo dei maggiorenni
Il 2 dicembre è fissata l’udienza preliminare per i maggiorenni coinvolti nel delitto. Davanti al giudice Cristian Vettoruzzo compariranno:
Angelo Riccardo Ozuna, 18 anni, di Villorba, accusato di aver colpito la vittima con calci e pugni;
Toluwaloju Mclinkspual Ade, 19 anni, assistito dallo stesso legale Crea, ritenuto colui che sferrò la coltellata al torace di Favaretto;
Abi Traore, 19enne di Ponte di Piave e fidanzata di Ade, accusata di aver lanciato una bottiglia di prosecco contro la vittima;
Marius Popa, 20enne moldavo, difeso dagli avvocati Roberto e Mario Nordio, imputato solo per concorso in rapina aggravata.
Il giorno successivo sarà dedicato agli altri cinque minorenni coinvolti. Per una di loro, una 16enne difesa dall’avvocato Guido Galletti, si sta ancora valutando se contestare l’accusa di omicidio volontario in concorso.
Le due aggressioni e la ricostruzione dei fatti
Le indagini hanno ricostruito che Favaretto fu aggredito due volte. La prima aggressione, ripresa da una telecamera, mostra un gruppo di ragazzi che lo circonda: il 22enne estrae un panetto di hashish dal giubbotto e viene spinto a terra. In quel momento, subisce una coltellata al torace che gli perfora il polmone sinistro.
Nonostante la ferita, il giovane riesce a rialzarsi e ad allontanarsi, ma pochi istanti dopo – fuori dal campo visivo delle telecamere – viene colpito con una bottigliata al collo, che gli provoca una grave emorragia.
Il drammatico epilogo
Soccorso immediatamente dai sanitari, Favaretto fu trasportato d’urgenza all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove rimase ricoverato per undici giorni in condizioni disperate. Nonostante i tentativi dei medici, morì il 23 dicembre 2024, lasciando nello sconforto amici, parenti e l’intera comunità trevigiana.