52 lavoratori senza contratto in cinque anni: maxi sanzione a impresa veneziana

La Guardia di Finanza di Venezia scopre 52 lavoratori senza contratto in un’azienda commerciale del Nord Italia: sanzioni per oltre 580mila euro.

21 ottobre 2025 11:10
52 lavoratori senza contratto in cinque anni: maxi sanzione a impresa veneziana -
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VENEZIA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Venezia ha scoperto una diffusa irregolarità lavorativa all’interno di un’azienda commerciale della provincia, che negli ultimi cinque anni avrebbe impiegato 52 dipendenti senza un regolare contratto.
L’impresa, attiva nel commercio di oggettistica per adulti e titolare di diversi punti vendita nel Nord Italia, è ora al centro di un’indagine per lavoro nero e irregolare.

Scoperti 28 lavoratori in nero e 24 irregolari

Durante un’ispezione amministrativa condotta dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Caorle, i militari hanno rinvenuto, tra la documentazione aziendale, prove dell’impiego di 28 lavoratori totalmente in nero e 24 dipendenti irregolari.
Dalle audizioni del personale è emerso un quadro preoccupante: rapporti di lavoro mai comunicati al Centro per l’Impiego, orari di lavoro prolungati rispetto a quanto previsto dai contratti e retribuzioni pagate in contanti, anche solo in parte, in violazione delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti.

Maxi sanzione e proposta di sospensione

Gli accertamenti hanno portato a contestare alla società sanzioni per oltre 580mila euro, legate alla mancata regolarizzazione dei lavoratori e ai 280 pagamenti non tracciabili effettuati nel periodo oggetto d’indagine.
Poiché il personale “in nero” rappresentava più del 10% del totale dei dipendenti, la Guardia di Finanza ha anche proposto all’Ispettorato Territoriale del Lavoro la sospensione dell’attività imprenditoriale, come previsto dalla normativa vigente.

Un danno per l’economia e i lavoratori

L’operazione conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare il lavoro sommerso, una pratica che lede i diritti dei lavoratori, danneggia le casse pubbliche e altera la concorrenza leale tra le imprese.
L’attività ispettiva si inserisce nel quadro delle azioni di tutela dell’economia legale, fondamentali per garantire trasparenza, equità e correttezza nel mercato del lavoro.

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