Crisi climatica e specie aliene, l’allarme dell’IZSVe: mare e laguna veneta sotto pressione
Laguna veneta sotto stress: clima e granchio blu minacciano l’acquacoltura. L’IZSVe propone nuove strategie per mitili, vongole e ostriche.


VENEZIA – La crisi climatica e la diffusione di specie aliene invasive stanno modificando in modo profondo l’equilibrio del mare e della laguna veneta, con effetti sempre più gravi sull’acquacoltura e sulla molluschicoltura. A lanciare l’allarme è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), Centro di Referenza Nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei, che evidenzia come il settore si trovi davanti a una sfida epocale tra riscaldamento delle acque, nuove patologie e predazione da parte del granchio blu.
Acquacoltura mondiale in crescita, ma l’Italia affronta sfide cruciali
Nel 2022, la produzione globale dell’acquacoltura ha superato per la prima volta quella della pesca, raggiungendo 130,9 milioni di tonnellate, di cui 94,4 milioni di animali acquatici, pari al 51% del totale. Secondo la FAO, questo traguardo sottolinea il ruolo strategico del settore per la sicurezza alimentare e la lotta alla malnutrizione.
In Italia, l’acquacoltura è concentrata su poche specie principali: trota iridea, orata e spigola, mentre l’allevamento dei molluschi bivalvi – come cozze e vongole veraci – rappresenta una tradizione consolidata lungo la costa adriatica del Nordest, con una produzione di circa 70mila tonnellate di cozze e 20mila tonnellate di vongole veraci ogni anno.
Crisi climatica e granchio blu: un doppio impatto sulle lagune
Il riscaldamento delle acque e la proliferazione del granchio blu, specie aliena di origine atlantica, stanno creando gravi difficoltà agli allevamenti lagunari.
L’aumento delle temperature provoca stress termico e diffusione di nuove malattie tra pesci e molluschi, mentre il granchio blu, altamente predatore, ha già compromesso diverse aree produttive tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Nelle lagune, in particolare, il binomio tra caldo anomalo e presenza del granchio blu mette a rischio la sopravvivenza delle vongole veraci, costringendo i produttori a ripensare completamente le tecniche di allevamento e difesa.
Nuove strategie: diversificare le specie e innovare i sistemi di allevamento
Per contrastare la crisi, il settore sta puntando su una diversificazione delle produzioni. Negli ultimi anni, accanto ai mitili e alle vongole, si sta diffondendo l’ostricoltura, in particolare con la specie ostrica concava, più resistente alle alte temperature e allevata in sistemi protetti come lanterne e poches, dove il granchio blu non può predare.
Per le vongole veraci, invece, si stanno sperimentando sistemi di protezione meccanica e tecniche per migliorare la circolazione e l’ossigenazione delle acque lagunari, nel tentativo di ridurre gli effetti dello stress ambientale e della predazione.
Ricerca e biosicurezza: la risposta scientifica dell’IZSVe
L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha attivato progetti di ricerca e monitoraggio continuo sulle acque e sugli allevamenti per individuare nuove soluzioni contro le malattie emergenti.
Tra le strategie più promettenti figura la selezione genetica di specie più resistenti agli stress termici e alle patologie, in collaborazione con il Dipartimento BCA dell’Università di Padova.
Parallelamente, l’IZSVe sta potenziando i protocolli di biosicurezza e l’assistenza tecnica diretta agli allevatori, attraverso laboratori di virologia, batteriologia, parassitologia e biologia molecolare.
L’obiettivo è fornire supporto costante al comparto produttivo, unendo la ricerca scientifica alla consulenza sul campo per gestire in modo efficace le nuove emergenze ambientali.
Un comparto da salvaguardare
L’acquacoltura e la molluschicoltura rappresentano un pilastro economico e culturale per il Nordest, ma oggi si trovano in una fase delicata. Il cambiamento climatico, l’introduzione di specie aliene e la comparsa di patologie nuove rischiano di compromettere un sistema produttivo che dà lavoro a centinaia di operatori e sostiene l’identità stessa delle comunità costiere.
Attraverso innovazione, ricerca e collaborazione tra enti scientifici e produttori, il comparto mira a resistere e adattarsi, difendendo il valore di un’economia che unisce mare, tradizione e sostenibilità.