Val Grande, l’oasi delle api a Bibione: «tornano fiori scomparsi da oltre vent’anni»

A Bibione le api di Val Grande insegnano la forza della natura: biodiversità in crescita e miele unico frutto dell’oasi.

17 agosto 2025 14:37
Val Grande, l’oasi delle api a Bibione: «tornano fiori scomparsi da oltre vent’anni» -
Condividi

BIBIONE (VENEZIA), 17 AGOSTO 2025 – Più sane, robuste e capaci di difendersi da sole dal parassita della varroa, ma soprattutto in grado di ricostruire una parte significativa della biodiversità di Val Grande, l’oasi naturalistica di 360 ettari, inaugurata meno di un anno fa nella località balneare di Bibione (Venezia) e meta di migliaia di visitatori.
La lezione delle api è semplice: la natura sa prendersi cura di sé anche senza l’intervento dell’uomo. Basta proteggerla e accompagnarla.

L’oasi “retreat” per circa 2 milioni di api

Dallo scorso autunno, l’antica valle che abbraccia la spiaggia veneta è diventata la casa di quasi due milioni di api: venti arnie, collocate in un’area protetta e a gestione ecologica, che hanno già prodotto effetti straordinari. 
A differenza di quanto osservato in altri ambienti agricoli, dove le regine registrano sempre maggiori difficoltà nella fecondazione e nell’alimentazione autonoma, le api di Val Grande sono presto diventate totalmente indipendenti. Si nutrono esclusivamente di essenze spontanee, non trattate, e non richiedono alcun intervento artificiale – nemmeno quando si tratta di proteggerle dalla varroa, il parassita più temuto dagli apicoltori.

«Le api che abitano l’oasi godono di un livello di salute tale da scongiurare il proliferare dei patogeni, anche quando la varroa è presente, dimostrando una sorprendente resistenza naturale – spiega l’apicoltrice Tiziana Moretti –. Qui è l’ambiente a fare la differenza: le api trovano polline proteico di altissima qualità e un equilibrio tale da garantire benessere all’intero alveare».

Impollinazione record: tornano in valle i fiori scomparsi

E l’ecosistema Val Grande non ha tardato ad accogliere positivamente le nuove inquiline. La loro intensa attività impollinatrice ha infatti permesso di osservare, già durante la primavera, un significativo incremento nella quantità e nella varietà della fioritura presente nel prato dell’oasi – un’area di circa sette ettari. Tra i segnali più significativi, la ricomparsa della primula farinosa, fiore alpino dato per scomparso nella zona da oltre vent’anni e raramente osservabile sul livello del mare. 
Un obiettivo raggiunto anche grazie a un importante progetto di riconversione ecologica: «La presenza delle api era essenziale per accelerare la formazione di un prato stabile: un’azione chiave per aumentare la biodiversità – spiega il naturalista di Val Grande, Giosuè Cuccurullo –. Per favorirla, abbiamo ridotto gli sfalci da tre a uno, rimuovendo la biomassa e vietando il calpestio. Interventi mirati per restituire equilibrio e ricchezza all’oasi».

Un laboratorio di ricerca per la sopravvivenza delle api

Grazie all’assenza di contaminazioni e a un equilibrio ecologico raro altrove, Val Grande è oggi un laboratorio a cielo aperto: qui è possibile osservare in tempo reale come un ambiente sano migliori la vita delle api, rafforzandone la resistenza e l’autonomia. Un caso studio prezioso per ripensare la tutela di una specie chiave per la sopravvivenza degli ecosistemi, oggi gravemente minacciata.

Miele a sostegno della tutela ambientale

A darne prova ulteriore è la qualità del primo miele prodotto nell’oasi: una felice conseguenza del benessere degli alveari e della biodiversità presente. La smielatura primaverile, più cremosa e intensamente cristallizzata, deriva dai fiori spontanei: tarassaco, salice, biancospino, primule, pratoline. Quella estiva, rinominata “Laguna” raccoglie invece i nettari delle barene e degli arbusti lagunari, con un gusto, dolce e leggermente salato al naso, che rappresenta un unicum sotto il profilo organolettico.
La raccolta è circoscritta al solo miele di esubero, ovvero non necessario alle api, ed è pertanto disponibile in “edizione limitata” presso la biglietteria della Val Grande, per sostenere attivamente il progetto di tutela e valorizzazione dell’oasi.

Segui Veneto Today