"Mio figlio di 3 anni colpito con un calcio", baby gang aggredisce famiglia: "Ho visto il mio bimbo piangere"

A Mestre un padre denuncia l’aggressione subita dal figlio di 3 anni in pizzeria: lo staff interviene e blocca la rissa.

12 settembre 2025 09:44
"Mio figlio di 3 anni colpito con un calcio", baby gang aggredisce famiglia: "Ho visto il mio bimbo piangere" -
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MESTRE (VENEZIA) – Un episodio di violenza minorile ha scosso la comunità di Mestre nei giorni scorsi. A denunciarlo è stato un padre sui social, raccontando quanto accaduto a lui e alla sua famiglia all’interno di una pizzeria del Mestre Center, dove si trovavano intorno alle 22:00 con il figlio di appena 3 anni.

L’episodio in pizzeria

Secondo la ricostruzione del genitore, mentre il bambino usciva dal bagno camminando tranquillamente, una ragazza di circa 15-16 anni lo avrebbe colpito con un calcio, facendolo cadere a terra su piastrelle dure. Il piccolo ha iniziato a piangere, ma, secondo quanto raccontato, i coetanei della ragazza hanno reagito ridendo anziché prestare aiuto, mostrando un comportamento di totale indifferenza verso la sofferenza del bambino.

L'intervento del padre e dello staff

Davanti a quella scena, il padre si è avvicinato per difendere il figlio e ha chiesto ai ragazzi spiegazioni sul loro gesto. A quel punto, tra 8 e 10 adolescenti, tutti tra i 14 e i 17 anni, si sarebbero avvicinati con l’intenzione di aggredirlo. Fortunatamente, lo staff della pizzeria è intervenuto tempestivamente, riuscendo a proteggere il padre e il bambino e a evitare conseguenze più gravi.

Il richiamo all’educazione

Nella denuncia pubblicata su Facebook, il padre lancia un appello agli adulti, invitandoli a riflettere sull’educazione ricevuta dai giovani sia in famiglia sia a scuola. Il genitore sottolinea quanto sia fondamentale che i genitori seguano attentamente i propri figli, controllando con chi si frequentano e cosa fanno, per prevenire comportamenti aggressivi e violenti. Il padre conclude con un avvertimento sul futuro della società, evidenziando che la mancanza di guida potrebbe portare la nuova generazione a sviluppare atteggiamenti pericolosi per la collettività.

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