TREVISO. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito di attività ispettive mirate alla tutela del “Made in Italy”, hanno effettuato controlli su quattro aziende tessili nei comuni di Quinto di Treviso e Preganziol. Grazie alla collaborazione dei Vigili del Fuoco, S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro e A.R.P.A.V., sono stati scoperti gravi illeciti e situazioni di pericolo, con la segnalazione dei responsabili alle autorità competenti.
Scoperte condizioni di degrado e sicurezza compromessa
In due dei quattro laboratori tessili ispezionati, con superfici di circa 300 e 200 metri quadri, sono state riscontrate situazioni di grave degrado e pericolo, tra cui l’impiego di lavoratori irregolari di nazionalità pakistana. Le violazioni riguardano anche norme urbanistiche e la gestione dei rifiuti, che hanno portato al sequestro urgente di immobili, macchinari e attrezzature. Il valore complessivo del sequestro ha raggiunto i 230 mila euro.
Violazioni in tema di sicurezza e prevenzione incendi
Le irregolarità includevano violazioni delle normative di sicurezza sui luoghi di lavoro, in particolare per quanto riguarda la prevenzione incendi. Tra le principali criticità, sono emerse vie di fuga inaccessibili e la mancanza di segnaletica di sicurezza. Inoltre, i controlli hanno evidenziato la presenza di macchinari non conformi, cattive condizioni igieniche e la mancanza di valutazione dei rischi aziendali. In un caso, è stato individuato un deposito illegale di rifiuti tessili senza le adeguate procedure di tracciabilità.
Infrazioni urbanistiche e debiti fiscali
Una delle aziende controllate ha mostrato abusi edilizi, con la realizzazione di stanze non autorizzate, incluse una adibita a camera da letto e una a cucina. Dopo gli accertamenti, sono stati rilevati debiti fiscali per circa 3 milioni di euro da parte delle 14 ditte che hanno gestito i laboratori dal 2013, tutte gestite da stranieri. Le indagini hanno svelato la pratica di creare imprese “apri e chiudi“, spostando attrezzature e personale da una società all’altra, eludendo il pagamento dei debiti e continuando a operare con nuove partite IVA.
Protezione del “Made in Italy” e sicurezza dei lavoratori
Il fulcro dell’operazione era la salvaguardia del Made in Italy e della filiera produttiva dell’abbigliamento, cruciale per l’economia locale, con la provincia di Treviso che si pone come una delle realtà più attive nel settore. Un altro obiettivo era garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori, colpendo le pratiche scorrette che danneggiano le imprese che rispettano le normative. L’utilizzo di lavoratori in nero e il disprezzo delle norme permette a queste aziende di praticare tariffe competitive, a discapito di chi opera in modo legale.
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