CALDIERO (VERONA) – Nuovi sviluppi emergono nell’inchiesta sulla morte di Maria Cristina Pugliese, la giovane di 27 anni trovata senza vita nella sua abitazione il 1° dicembre 2024. I risultati dell’autopsia sono stati ufficialmente depositati in Procura, aggiungendo importanti dettagli alla ricerca della verità.
Cause della morte: accertata l’asfissia
Secondo l’autopsia, la morte di Maria Cristina Pugliese sarebbe stata causata da una forte compressione al collo, in linea con la scoperta del tubo flessibile della doccia attorcigliato intorno alla sua gola.
Nessun segno evidente di colluttazione
Dall’esame autoptico è emerso che non vi erano lesioni da difesa o ferite da colluttazione, elementi che solitamente permettono di comprendere meglio la dinamica di un’aggressione. Questo fatto non consente agli investigatori di determinare con certezza se si sia trattato di un atto volontario o se ci sia stato un coinvolgimento esterno. La dinamica rimane quindi ancora da chiarire, e l’indagine continua.


Il compagno della vittima: unico indagato
Attualmente, il compagno della vittima è l’unico indagato nell’ambito dell’inchiesta. Fin dall’inizio, l’uomo ha parlato di suicidio, una teoria però sempre respinta dai familiari della ragazza. Le indagini dei carabinieri proseguono, con l’obiettivo di trovare ulteriori prove che possano chiarire i nodi ancora irrisolti di questa vicenda.
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