Jesolo. Nelle prime ore della notte, precisamente intorno alle 3, l’idilliaco scenario dello stabilimento balneare Riviera Levante a Jesolo è stato sconvolto da una tromba d’aria. Un fenomeno meteo impetuoso ha distrutto una vasta area, ma fortunatamente senza coinvolgere persone. Il tutto è avvenuto in un arco temporale di soli sei secondi.
Un fenomeno breve ma distruttivo
La tromba d’aria è durata meno di dieci secondi, ma è stata sufficiente a creare un vuoto di devastazione in un’area di 80 metri quadrati. Un totale di 120 piazzole, composte da ombrelloni e sdraio, sono stati distrutti, con detriti che sono stati lanciati a decine di metri di distanza.
IL VIDEO
La risposta immediata
Il titolare dello stabilimento, Stefano Miozzo, e il suo team di collaboratori hanno prontamente iniziato le operazioni di ripristino. Nonostante l’orario notturno e la gravità della situazione, il lavoro è iniziato immediatamente per cercare di tornare alla normalità il prima possibile.
Danni ancora da quantificare
Sebbene non vi siano state vittime, i danni materiali sono ingenti e ancora in fase di valutazione. Oltre agli ombrelloni e alle sdraio, anche altre strutture all’interno dello stabilimento hanno subito danneggiamenti.
Solidarietà da residenti e turisti
Nonostante l’evento traumatico, la comunità locale si è subito mobilitata per offrire supporto. Molti residenti e turisti hanno espresso la loro solidarietà e offerto aiuto per le attività di ripristino.
Prospettive future
Stefano Miozzo e i suoi collaboratori sono determinati a ripristinare l’area e a tornare a offrire un servizio eccellente ai loro clienti. Tuttavia, l’evento solleva domande sulle misure preventive che possono essere adottate per prevenire tali catastrofi in futuro.
Questo evento mette in luce la vulnerabilità degli stabilimenti balneari e delle aree turistiche alle condizioni climatiche estreme. Se da una parte è un sollievo che nessuna vita sia stata persa, dall’altra è un campanello d’allarme per rafforzare le misure di sicurezza e di prevenzione. Gli sforzi di Stefano Miozzo e del suo team per rimettere in piedi l’area sono ammirevoli, ma la strada per la completa riparazione e la prevenzione è ancora lunga e ardua.
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