Violenta aggressione al carcere Due Palazzi di Padova
PADOVA – Tensione e violenza hanno scosso il carcere Due Palazzi di Padova nella serata di ieri, 6 aprile, intorno alle 20:00 quando un detenuto ha aggredito diversi agenti, provocando loro ferite guaribili fino a 30 giorni di prognosi.
L’aggressore, un detenuto straniero di circa 30 anni con una condanna che si estende fino oltre il 2030, era in evidente stato di alterazione psicologica, probabilmente causato dall’assunzione di alcol e farmaci. Secondo quanto dichiarato da Giovanni Vona, segretario del Sappe per il Triveneto, il detenuto si è inizialmente lesionato e, una volta trasferito in infermeria, ha dato vita a un episodio di violenza che ha coinvolto diversi poliziotti.
Il clima di tensione alla casa di reclusione
La situazione al carcere Due Palazzi di Padova continua a rimanere critica, con un clima di tensione che si fa sempre più insostenibile. La gestione della popolazione detenuta è ormai una sfida quotidiana, e il personale della casa di reclusione si trova a fronteggiare difficoltà sempre maggiori nel mantenere l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto. Non è la prima volta che il carcere è teatro di episodi simili, e il sovraffollamento contribuisce significativamente all’escalation di violenza.
Il Sappe chiede bodycam e taser in dotazione agli agenti
Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha sottolineato come l’episodio evidenzi le criticità del sistema penitenziario italiano, dove la situazione di stress e insicurezza è ormai diventata quotidiana per i poliziotti penitenziari. Secondo Capece, il sovraffollamento è uno dei principali fattori che alimenta le tensioni, e per questo motivo il sindacato chiede un potenziamento dell’area penale esterna, laddove previsto dalla legge. Inoltre, il Sappe rivendica nuove tutele e strumenti per garantire la sicurezza degli agenti, come bodycam, Taser e nuovi protocolli operativi.
Le richieste di intervento urgente
Capece ha evidenziato la pericolosità della situazione e il senso di impunità che molti detenuti sembrano avere. Il sindacato chiede provvedimenti urgenti da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, inclusi interventi penali e disciplinari più efficaci. Secondo Capece, una possibile soluzione potrebbe essere l’utilizzo di carceri dismesse, come quelle di Asinara e Pianosa, per contenere i detenuti più violenti e garantire una maggiore sicurezza.
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