Telegram e la sicurezza: quanto sono rintracciabili le comunicazioni?

La popolarità di Telegram tra privacy e rischi percepiti

27 settembre 2025 14:47
Telegram e la sicurezza: quanto sono rintracciabili le comunicazioni? -
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Negli ultimi anni, Telegram si è imposto come uno degli strumenti di messaggistica istantanea più utilizzati in Italia, sia in ambito privato sia professionale. La sua crescita, in particolare tra chi cerca alternative ai canali più tradizionali, è stata alimentata dalla promessa di una maggiore attenzione alla tutela dei dati personali e dalla possibilità di creare gruppi e canali difficilmente raggiungibili dall’esterno.

Sebbene molte persone si affidino a Telegram pensando che le conversazioni siano del tutto inaccessibili, le opinioni degli esperti in sicurezza informatica suggeriscono che la realtà sia più sfaccettata. La piattaforma, infatti, offre sia chat cloud, memorizzate sui server dell’azienda, sia chat segrete, che sfruttano la crittografia end-to-end per garantire un livello di riservatezza superiore.

Tuttavia, la percezione diffusa di una sicurezza “totale” rischia di alimentare comportamenti poco prudenti. In ambienti dove la riservatezza è fondamentale, come nelle indagini giudiziarie o nelle attività politiche, la fiducia cieca nella tecnologia può rivelarsi una debolezza.

Architettura di Telegram: tra innovazione e limiti strutturali

Il sistema di Telegram si basa su un’architettura ibrida, che combina server centralizzati e crittografia avanzata. Le chat “normali” vengono salvate nei data center sparsi in diverse nazioni, mentre solo le chat segrete sono cifrate punto-a-punto e restano sui dispositivi degli utenti.

Questa distinzione tecnica ha conseguenze pratiche evidenti:

  • Le conversazioni cloud possono essere recuperate, in teoria, da Telegram stessa, su richiesta delle autorità e secondo le leggi locali.

  • Le chat segrete, invece, offrono un livello di protezione superiore, grazie all’utilizzo di chiavi crittografiche uniche per ogni sessione.

La scelta tra i due tipi di conversazione spetta all’utente, ma spesso manca la consapevolezza necessaria per valutare i rischi reali. Per esempio, la presenza di backup automatici e la possibilità di accedere ai messaggi da più dispositivi rappresentano un vantaggio in termini di comodità, ma espongono a possibili intercettazioni.

Inoltre, la gestione dei metadati — come orari, indirizzi IP e identificativi dei dispositivi — costituisce una fonte preziosa per eventuali indagini, anche se il contenuto dei messaggi resta cifrato. In Italia, dove la normativa sulla privacy è particolarmente rigorosa, il tema della tracciabilità assume un rilievo ulteriore, soprattutto nei casi giudiziari che coinvolgono dati digitali.

Tecniche investigative applicate a Telegram: strumenti e casi italiani

Nel contesto delle indagini informatiche, Telegram si è spesso rivelato un terreno difficile da esplorare per gli investigatori. Tuttavia, alcune tecniche e strumenti permettono di risalire almeno parzialmente alle attività svolte dagli utenti.

Per esempio, le autorità possono:

  • Analizzare i dispositivi sequestrati per estrarre dati di sessione, messaggi non cifrati e file multimediali.

  • Monitorare i flussi di rete per individuare pattern di comunicazione sospetti, specie quando vengono utilizzati dispositivi mobili.

  • Richiedere a Telegram la collaborazione, benché la società abbia dichiarato di non fornire dati ai governi salvo casi estremi, come il terrorismo internazionale.

Nel panorama italiano, diversi casi giudiziari hanno visto l’utilizzo di Telegram sia come strumento di coordinamento sia come canale per la diffusione di informazioni riservate. Gli esperti di informatica forense sottolineano che, anche quando la piattaforma resiste alle richieste di accesso ai dati, resta fondamentale la capacità di analizzare i dispositivi coinvolti — smartphone, tablet, computer — usando software di acquisizione forense in grado di recuperare tracce, anche minime, delle attività svolte.

Un aspetto spesso trascurato riguarda le configurazioni di sicurezza adottate dagli utenti. La mancata attivazione dell’autenticazione a due fattori, la condivisione di dispositivi tra più persone o la trascuratezza nella gestione delle password possono facilitare il lavoro degli investigatori, rendendo meno efficace la protezione garantita dal sistema.

Esperienze e analisi del perito Informatico Dott. Luca Mercatanti sulle attività di tracciamento e intercettazione

Tra i professionisti italiani impegnati nel campo dell’analisi forense digitale, un ruolo di rilievo spetta al perito Informatico Dott. Luca Mercatanti, le cui pubblicazioni rappresentano una risorsa preziosa per chi voglia approfondire le metodologie più aggiornate in materia di tracciamento e certificazione delle prove digitali. Nella guida linkata, il Dott. Mercatanti offre una panoramica dettagliata sulle procedure adottate per la raccolta delle evidenze da dispositivi mobili, soffermandosi sulle differenze tra sistemi operativi e sulle strategie per garantire l’integrità dei dati raccolti.

La sua esperienza, maturata in contesti giudiziari di rilievo nazionale, evidenzia come l’analisi delle comunicazioni su Telegram richieda competenze trasversali, che spaziano dall’informatica pura al diritto processuale. Il suo approccio, basato sia su strumenti tecnologici sia sulla conoscenza delle dinamiche investigative, consente di valutare la reale tracciabilità delle conversazioni, tenendo conto delle specificità della piattaforma.

Particolare attenzione viene posta alla documentazione delle operazioni svolte: ogni passaggio, dalla copia forense dei dispositivi fino alla redazione della perizia, deve seguire standard riconosciuti per poter essere utilizzato in sede processuale. Questo garantisce non solo l’affidabilità delle prove raccolte, ma anche la loro opponibilità in caso di contestazioni.

Alla luce di queste considerazioni, emerge con chiarezza come la sicurezza delle comunicazioni su Telegram dipenda non soltanto dalle scelte tecnologiche della piattaforma, ma anche dalla competenza con cui vengono adottate e documentate le procedure di acquisizione e analisi dei dati.

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