Cane morto in un sacco, i proprietari: "Falsità. I vicini lo hanno preso e fatto sopprimere senza dirci nulla"

Cane rinchiuso in un sacco e lasciato morire a Melara: la famiglia nega tutto e racconta una versione completamente diversa dalle accuse.

28 agosto 2025 20:24
Cane morto in un sacco, i proprietari: "Falsità. I vicini lo hanno preso e fatto sopprimere senza dirci nulla" -
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MELARA (ROVIGO) - Qualche giorno fa riportavamo la notizia del drammatico ritrovamento, a Melara, in provincia di Rovigo, di un cane rinchiuso in un sacco e lasciato morire tra caldo e stenti. La notizia ha fatto il giro d’Italia in pochissimo tempo, generando reazioni di rabbia e disgusto di fronte a un gesto così atroce e disumano. Secondo le prime ricostruzioni, la responsabilità era stata attribuita direttamente ai proprietari dell’animale, una coppia di anziani, accusati di aver compiuto un gesto volontario. Tuttavia, a fornire una versione completamente differente è stato il figlio della coppia, che per la prima volta, ha voluto raccontare la propria verità a Nordest24, definendo completamente falsa la ricostruzione circolata. Al centro della vicenda la vittima che ha perso la vita: Jeki

La storia di Jeki, meticcio di 17 anni

Jeki era un meticcio maschio, sempre allegro e vivace nonostante i suoi quasi vent’anni. Nato il 24 febbraio 2008, era stato adottato tramite ENPA quando aveva appena sei mesi. “I miei genitori amano gli animali e hanno amato Jeki fino all’ultimo giorno” racconta il figlio. “Non è mai stato maltrattato, è sempre stato nutrito con cura, portato a passeggio in campagna e considerato un membro della famiglia a tutti gli effetti. Loro erano felici con lui e lui lo era con loro”.

Il giorno della tragedia

Dopo diciassette anni trascorsi insieme, il 19 agosto Jeki è stato trovato accasciato a terra, ormai allo stremo, nei suoi ultimi istanti di vita. “La clinica veterinaria a cui ci siamo sempre rivolti era chiusa e avrebbe riaperto poche ore dopo, alle 16.30” spiega il figlio. “Mio padre, che è anziano, non riuscendo a portarlo in braccio dato che pesava 12 kg e per paura di fargli del male, ha preso una carriola e ha trasportato Jeki fino a sotto un albero, dove amava giocare, in attesa di poterlo portare dal veterinario. Rinchiuso in un sacco e lasciato morire? Un’assoluta menzogna, mio padre lo ha adagiato su una tovaglia con sopra un tulle, proprio per proteggerlo dal sole e dagli insetti".

Portato via dai vicini

Mentre i proprietari attendevano l’apertura della clinica, alcuni vicini si sarebbero presentati davanti all’abitazione. L’anziano, convinto che fossero lì per offrire aiuto, li ha fatti entrare. “Lo hanno preso e ce lo hanno portato via, sotto gli occhi dei miei genitori” prosegue il racconto il figlio. “Probabilmente non sopportavano i suoi abbai notturni, perché Jeki faceva la guardia e reagiva agli sconosciuti. Lo hanno condotto in un’altra clinica, in provincia di Verona, dove poco dopo è stato sottoposto a eutanasia senza il nostro consenso formale. La stessa struttura è stata ingannata da quei vicini. Jeki poco dopo se ne è andato per sempre”.

Le verifiche dei veterinari della ASL

In seguito alla vicenda, i veterinari della ASL si sono recati nell’abitazione della coppia per accertare i fatti. Secondo quanto riferito dal figlio, non sarebbe emersa alcuna prova di un’uccisione per soffocamento tramite il sacco. “Chi conosce i miei genitori sa bene che sono persone buone e rispettose. Non hanno mai fatto del male a Jeki. Lo amavano. Le accuse rivolte sono infamanti. I vicini e chi ha diffuso per prima quelle informazioni dovrebbe chiedere scusa a mia madre e mio padre” conclude il figlio dei proprietari.

La posizione di LNDC Animal Protection

LNDC Animal Protection ha presentato denuncia alla Procura e chiede piena chiarezza. L’associazione vuole accertare se il cane fosse seguito per eventuali patologie croniche e ribadisce che episodi simili evidenziano una scarsa sensibilità nei confronti degli animali, soprattutto nelle aree rurali. Per questo LNDC sottolinea l’importanza di educazione, informazione e sensibilizzazione, invitando i cittadini a segnalare sempre presunti maltrattamenti alle autorità competenti.

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