Nel cuore di Treviso, tra ville storiche e scorci romantici, si cela un mondo parallelo fatto di fruste, latex e… richieste davvero fuori dal comune.
Prima di addentrarci nelle richieste più assurde raccolte, è bene chiarire un concetto fondamentale: le Mistress non sono escort né offrono servizi sessuali. Si tratta di professioniste della dominazione, specializzate in giochi di ruolo, dinamiche di potere e pratiche BDSM, sempre consensuali, sicure e rispettose.
Il sondaggio: 42 Mistress, infinite fantasie
Il portale Mistress Advisor, punto di riferimento in Italia per chi cerca esperienze BDSM sicure, ha condotto un sondaggio tra 42 Mistress attive a Treviso. La domanda era semplice: “Qual è stata la richiesta più insolita o originale ricevuta da un cliente?”
Le risposte offrono uno spaccato sorprendente – a tratti comico, a tratti teneramente bizzarro – della creatività umana.
La sfida del congelatore umano
Una delle richieste più incredibili è arrivata a Mistress Dafne, alta, austera, capelli scuri e voce ferma:
“Un cliente mi ha chiesto di essere spogliato, chiuso in una grande cella frigorifera industriale che abbiamo affittato a Roncade, e sottoposto a interrogatori gelidi, con minacce finte di essere ‘venduto come carne’.”
La sessione è durata tre ore. Tra i momenti più intensi: l’obbligo di scrivere una confessione con mani tremanti mentre le labbra diventavano bluastre.
“Ovviamente con controlli medici, timer e via d’uscita pronti. Ma era tutto vero: lui voleva sentire il terrore fisico dell’impotenza. E io gliel’ho dato.”
Fingere la propria esecuzione in un tribunale sadico
Un altro cliente ha chiesto a Mistress Evelyne, una Mistress a Treviso con oltre 10 anni di esperienza nel BDSM, di orchestrare un processo fittizio dove veniva accusato di “infedeltà alla padrona”.
“Voleva essere incatenato a una sedia, bendato, ascoltare la ‘giuria’ che lo condannava, e infine ricevere una punizione pubblica con frustate e cera calda.”
Il colpo di scena? Alla fine, la Mistress ha letto la sua “condanna a morte simbolica”, facendogli firmare con le lacrime agli occhi un documento che lo dichiarava “proprietà permanente”.
“Aveva bisogno di espiare. Era il suo modo per liberarsi da un senso di colpa profondo.”
Il gioco del cane abbandonato nel bosco
Tra le testimonianze raccolte, spicca anche quella di Mistress Dalila, 32enne originaria di Padova e specializzata in pet play:
“Un uomo mi ha chiesto di essere trattato come un cane randagio: lasciato da solo in un capanno in un bosco a nord di Montebelluna, con collare e cibo per cani, ignorato per ore prima di essere ‘salvato’ e domato.”
Una fantasia che unisce abbandono, solitudine, umiliazione e redenzione. E Dalila ci tiene a precisare:
“Non c’è nulla di stupido. Ogni scena è il risultato di un desiderio profondo, spesso legato a emozioni represse o traumi.”
Il trattamento “mummia e tortura” in stile egizio
Mistress Lorenza racconta invece la richiesta di un manager trevigiano con una fantasia molto cinematografica:
“Voleva essere imbalsamato. Nudo, avvolto in bende impregnate di oli essenziali, legato a una tavola di legno come una mummia. Poi mi ha chiesto di leggere antichi testi egizi mentre lo punivo con scariche elettriche a bassa intensità.”
Una scena tanto teatrale quanto intensa, che ha richiesto giorni di preparazione.
Treviso, terra di fantasia repressa?
Una domanda sorge spontanea: perché queste richieste arrivano proprio alle Mistress di Treviso? E non da a quelle di altre città più grandi, come Milano e Roma?
Le dominatrici intervistate da Mistress Advisor concordano: “Spesso le città più tranquille sono quelle dove si cela il bisogno più forte di trasgressione,” spiega Mistress Evelyne. “Qui gli uomini ricoprono ruoli di potere, sono stimati e controllati. Nel privato cercano esattamente l’opposto: sottomissione, umiliazione, perdita di controllo.”
Un ambiente professionale, sicuro e senza giudizi
In ogni caso, c’è una cosa che le Mistress di Treviso vogliono chiarire: non c’è nulla di improvvisato o pericoloso.
Ogni sessione è progettata con estrema cura, comunicazione chiara, limiti definiti e safe word sempre attiva. “Lavoriamo con la mente, con le emozioni. E serve una preparazione psicologica, oltre che pratica,” sottolinea Mistress Dalila.
E se c’è una cosa che questo sondaggio condotto con le dominatrici trevigiane ci insegna, è che la fantasia umana non ha limiti, ed il bisogno di esplorare sé stessi va oltre il sesso, oltre il giudizio, oltre il pregiudizio.
Perché, come dice Mistress Lorenza: “Dove c’è libertà, c’è verità. E spesso, dietro la frusta, c’è solo il desiderio di essere finalmente se stessi.”
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