Insulti e pugni, rissa tra genitori sugli spalti: partita di calcio under 13 interrotta
Disordini provocati dai famigliari di un giocatore hanno reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine. La partita si ripeterà ma a porte chiuse.


CHIOGGIA (VENEZIA) – Una partita di calcio del campionato under 13 tra Union Clodiense e Cittadella, disputata sabato scorso, 29 marzo, sul campo di Sant'Anna a Chioggia, ha visto un’interruzione a causa di disordini sugli spalti.
Protagonisti alcuni genitori dei giovani atleti. Secondo il comunicato ufficiale, il dirigente dell'Union Clodiense, che ricopriva anche il ruolo di arbitro, ha interrotto il gioco per evitare che l'atmosfera di tensione influisse negativamente sui giovani calciatori. Il giudice sportivo ha accettato la decisione del dirigente, considerandola una misura preventiva a tutela del benessere dei minori, per garantire che la competizione sportiva rimanga un momento educativo e di socializzazione.
Insulti, pugni e lancio di bottiglie
Secondo le testimonianze, i disordini sono iniziati quando alcuni familiari di un giocatore del Cittadella, tra cui alcuni giovani ubriachi, hanno cominciato ad insultare gli altri spettatori e, in particolare, l'arbitro. Quando uno dei genitori dell'Union Clodiense ha chiesto di fermarsi, è scoppiata una rissa, con tanto di pugni e bottiglie lanciate sugli spalti. La situazione è degenerata rapidamente, costringendo gli organizzatori a chiamare la polizia.
Alessandro Perini, il dirigente dell'Union Clodiense che ha preso la decisione di interrompere la partita, ha cercato di chiarire quanto accaduto sui social, precisando che la maggior parte dei genitori non ha avuto nulla a che fare con l’incidente. Perini ha sottolineato che la violenza è stata perpetrata solo da alcuni famigliari di un giocatore del Cittadella, mentre i genitori delle due squadre hanno cercato di calmare gli animi. "Non c'è stato alcun coinvolgimento da parte dei genitori delle due squadre", ha dichiarato Perini.
Alessandro Breda, un genitore che seguiva il Cittadella, ha confermato questa versione, precisando che i disordini erano attribuibili a un gruppo ristretto di giovani familiari. Ha anche voluto precisare che il gruppo di genitori della squadra padovana ha sempre mantenuto un comportamento rispettoso e corretto.
La decisione del giudice sportivo: si giocherà a porte chiuse
Il giudice sportivo ha confermato che la partita sarà ripetuta, ma questa volta a porte chiuse. La decisione mira a prevenire ulteriori disordini e a garantire che il gioco rimanga al centro dell'attenzione, senza interferenze negative da parte del pubblico. Nonostante la violenza, il giudice ha sottolineato l’importanza di proteggere i diritti dei calciatori minorenni, che devono poter vivere l’esperienza sportiva in un ambiente sano e rispettoso.