"Musica degenerata" all'Auditorium Pollini: i Solisti Veneti in un viaggio tra memoria e grandi maestri
A Padova I Solisti Veneti presentano “Musica degenerata”, un concerto tra memoria, storia e grande intensità.
PADOVA – Una matinée che unisce arte, memoria e coscienza civile, intrecciando la forza evocativa della musica con due anniversari di grande valore storico e culturale. All’Auditorium Pollini, domenica 16 novembre alle 11.00, I Solisti Veneti diretti dal Maestro Giuliano Carella presentano il concerto “Musica degenerata”, un percorso sonoro che affonda le radici nel Novecento europeo, attraversando dolore, resistenza e riflessione attraverso le opere di Paul Hindemith e Dmitrij Šostakovič.
Un concerto che intreccia memoria e musica
Il programma si apre con un doppio omaggio a Hindemith, nel 130° anniversario della nascita. Verranno eseguiti i Cinque pezzi per orchestra d’archi Op. 44/4, composti nel 1927, e la intensa Trauermusik, pagina dolorosa e penetrante scritta in poche ore nel 1936 per la morte del re Giorgio V.
La Trauermusik sarà affidata alla sensibilità di Mario Paladin, Prima viola de I Solisti Veneti, chiamato a dar voce a una partitura che alterna austerità, intimità, introspezione e una cantabilità sospesa e velata, perfetta per restituire il carattere meditativo dell’opera.
Hindemith: tra chiarezza formale e virtuosismo dell’ensemble
I Cinque pezzi op. 44/4 mostrano un Hindemith energico e preciso, capace di coniugare scrittura contrappuntistica e struttura limpida, con passaggi brillanti che valorizzano la compattezza dell’orchestra.
La pagina si configura come un “concertino” vivace, alternando sezioni incisive a momenti di dolcezza, in cui il suono dell’ensemble emerge con brillantezza e coesione.
La densità emotiva di Šostakovič: una sinfonia da camera che diventa testimonianza
La seconda parte del concerto è affidata alla Chamber Symphony Op. 110a di Šostakovič, nella versione per orchestra d’archi curata da Rudolf Barshai e approvata dal compositore stesso. Un’opera che nel 2025 assume un valore ancor più profondo: ricorrono il 50° anniversario della morte di Šostakovič e l’80° Anniversario della Liberazione del Campo di Auschwitz-Birkenau.
Composta in soli tre giorni nel 1960 a Dresda, la Chamber Symphony rappresenta uno dei lavori più autobiografici del compositore. La dedica “alle vittime del fascismo e della guerra”, unita al ricorrente motivo DSCH, firma musicale dello stesso Šostakovič, rende questa pagina un monumento sonoro rivolto alle vittime di totalitarismi e violenze, un requiem personale e universale al tempo stesso.
Un percorso che parla al presente
L’esecuzione delle opere acquista un significato estremamente attuale: in un momento storico segnato da conflitti, paure e tensioni, la musica diventa memoria viva e strumento di consapevolezza.
La Chamber Symphony è una testimonianza civile che, come ricordato nel comunicato, entra nel concerto come voce necessaria: un monito per ciò che il mondo ha vissuto e un richiamo a ciò che ancora oggi non può e non deve essere dimenticato.
La frase evocata nel programma – “troppi sono morti e sono stati sepolti in posti ignoti… Solo la musica può farlo per loro” – sottolinea l’urgenza di mantenere viva la memoria attraverso l’arte.
Una stagione di successi internazionali per I Solisti Veneti
Proprio nel 2025 questa pagina struggente e vibrante ha accompagnato I Solisti Veneti in numerosi festival nazionali e internazionali, tra cui il Festival di Lubiana, il Festival delle Nazioni di Città di Castello, l’Emilia Romagna Festival e il Veneto Festival.
Una tournée che ha confermato il valore universale di queste musiche e la capacità dell’ensemble di portare sulla scena non solo eccellenza artistica, ma anche un messaggio di pace, ricordo e impegno umano.
Un viaggio musicale tra dramma, consapevolezza e virtuosismo
L’accostamento tra Hindemith e Šostakovič crea un itinerario che attraversa diversi livelli emotivi: dalla chiarezza formale e dalla brillantezza del primo, alla profondità tragica e alla denuncia civile del secondo.
Un concerto che si propone come esperienza culturale e civile, in cui la musica diventa strumento di riflessione, di ricordo e di dialogo con il presente.