Likum di Oderzo, 50 lavoratori a rischio tagli: la battaglia della Lega contro le politiche UE
50 lavoratori a rischio alla Likum. La Lega chiede misure urgenti all'Europa.
ODERZO (TREVISO) — Torna alta la tensione nello stabilimento della Likum di Oderzo, dove si prospettano 50 licenziamenti su un totale di 120 dipendenti. La questione è approdata anche alla Camera dei Deputati, diventando un tema caldo di discussione politica e sociale.
La Likum, realtà strategica del territorio, opera nella produzione di stampi per auto, un settore già colpito dalle trasformazioni industriali legate alla transizione ecologica. L'azienda, controllata dal fondo tedesco Accursia Capital, sta attraversando una fase di riorganizzazione che potrebbe comportare un duro colpo per il tessuto occupazionale locale.
A sollevare il problema a livello istituzionale è stato Gianangelo Bof, deputato della Lega, che in Commissione ha chiesto spiegazioni ai Ministri del Lavoro e delle Imprese. Secondo Bof, le recenti direttive europee, come il cosiddetto Green Deal, rappresenterebbero un fattore penalizzante per il comparto industriale veneto.
Il rischio dell'effetto domino
La possibile perdita di 50 posti di lavoro allarma non solo i lavoratori e le loro famiglie, ma anche l'intera comunità di Oderzo e San Polo di Piave. Il rischio, infatti, è quello di un effetto domino sull’indotto, con ulteriori difficoltà per artigiani, fornitori e piccole imprese locali.
Il Deputato Bof ha dichiarato che la Lega continuerà a difendere i lavoratori, schierandosi con la Regione Veneto per contrastare politiche ritenute «dannose» per la tenuta sociale ed economica della zona.
La Lega ha ribadito l’impegno a chiedere agevolazioni fiscali, sostegni alla riconversione produttiva e incentivi per mantenere i posti di lavoro sul territorio. In parallelo, si auspica una maggiore collaborazione tra Governo centrale e amministrazioni locali.