MARGHERA (VENEZIA) – Un licenziamento controverso
Dopo 27 anni di servizio presso la Metro, P.M. è stato licenziato per una presunta irregolarità legata alle spese di consegna. Sette giorni dopo, si toglie la vita, scatenando una battaglia legale tra la sua famiglia e l’azienda.
Il motivo del licenziamento: un risparmio di 280 euro per i clienti
Il licenziamento è stato motivato da 14 episodi in cui il dipendente avrebbe inserito confezioni di gamberi rossi nei carrelli dei clienti, superando così i 250 euro per evitare le spese di consegna. L’azienda ha quantificato il danno in 280 euro, sostenendo che l’azione del dipendente avrebbe compromesso la sostenibilità dei servizi aziendali.
Licenziamento ingiustificato e sproporzionato
Secondo il legale della CGIL, Leonello Azzarini, il licenziamento appare ingiustificato e sproporzionato rispetto alla presunta violazione. L’azione disciplinare contro P.M. è stata definita inusitatamente severa, considerando che casi simili in passato avevano avuto conseguenze meno drastiche.
Una carriera lavorativa senza macchie
P.M. aveva un curriculum impeccabile e gestiva un portafoglio clienti a Venezia da tre decenni. La sua famiglia e colleghi lo descrivono come un lavoratore dedicato, il cui licenziamento ha avuto un impatto devastante sul suo stato emotivo.
La battaglia legale contro la Metro
La famiglia ha depositato un ricorso presso il tribunale del lavoro di Venezia per dimostrare che il licenziamento non era legittimo. Sospettano che dinamiche interne e rapporti tesi possano aver influenzato la decisione aziendale. La sentenza del giudice del lavoro sarà fondamentale per stabilire se il comportamento della Metro è stato proporzionato.
La richiesta di risarcimento avanzata dalla famiglia di P.M. è pari a 24 mensilità.
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