Area lagunare trasformata in "cimitero" di barche: 9 affondate e una semisommersa, 8200kg di rifiuti
Chioggia, la Guardia di Finanza trova nove barche affondate per 8.200 kg di rifiuti nel bacino “Vecchie Chiuse del Brenta”.
CHIOGGIA (VE) - Nell’ambito delle attività di Polizia Economico-Finanziaria finalizzate alla tutela dei beni demaniali, nei giorni scorsi, militari del Nucleo Sommozzatori della Guardia di Finanza e della Sezione Operativa Navale di Chioggia, hanno effettuato operazioni subacquee nello specchio acqueo prospicente l’area demaniale del bacino “Vecchie Chiuse del Brenta” dell’estensione di circa 3500 metri quadri, facente parte integrante della conterminazione lagunare, patrimonio demaniale dello Stato. L’area delle operazioni, già oggetto di controlli preventivi in ordine alla regolarità delle concessioni demaniali per l’ormeggio di natanti ed imbarcazioni, ha richiesto un supplemento d’indagine a seguito della probabile presenza di natanti ed imbarcazioni affondate, costituenti pericolo per la navigazione e potenziale fonte di danno ambientale.
Il rinvenimento di nove imbarcazioni affondate
Dopo numerose immersioni, i sommozzatori delle Fiamme gialle rinvenivano la presenza di 9 imbarcazioni affondate, il cui materiale di costruzione, legno e vetroresina, costituisce rifiuto speciale. Inoltre sono stati rinvenuti numerosi motori marini e serbatoi di carburante classificati come rifiuti pericolosi. I finanzieri, dopo aver accertato l’assenza di sversamento di idrocarburi, provvedevano alla messa in sicurezza della zona, segnalando la posizione dei relitti.
Un’imbarcazione semisommersa in stato di degrado
Oltre alle barche sommerse è stata rinvenuta anche un’imbarcazione da diporto di 12 metri, costruita in legno e vetroresina, semisommersa ed in evidente stato di degrado e di abbandono, anch’essa classificata come rifiuto speciale.
Sequestro di 8200 Kg di rifiuti
I rifiuti quantificati in 8200 Kg, sono stati posti sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il proseguio delle indagini e la loro caratterizzazione a cura dell’Ente Tecnico preposto.
Ipotesi di affondamento intenzionale e identificazione dei responsabili
Secondo quanto accertato in via preliminare, i natanti ormai considerati inutilizzabili, sarebbero stati affondati intenzionalmente allo scopo di evitare il regolare smaltimento ed i costi conseguenti. Le indagini hanno inoltre permesso l’identificazione di due persone responsabili, che sono state deferite all’Autorità Giudiziaria.
La vigilanza della “polizia del mare”
L’attività è stata svolta nell’ambito del dispositivo di vigilanza della “polizia del mare”, che opera quotidianamente in ambiente marino e subacqueo mediante l’impiego di unità navali, elicotteri e sommozzatori del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Venezia, costantemente impegnato a prevenire e contrastare gli illeciti ambientali, con particolare attenzione al delicato ecosistema lagunare, già sottoposto a notevoli carichi inquinanti.
Coordinamento della Procura di Venezia e prossimi interventi
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Venezia, che, all’esito delle stesse, imporrà il regolare smaltimento dei rifiuti e la bonifica del sito, ripristinando lo stato originario dei luoghi e restituendo alla collettività la piena fruibilità della zona.