Giada gettata dal cavalcavia dall'ex, chiuse le indagini: i dettagli finali dell'omicidio della mamma 34enne
La Procura di Padova ha concluso le indagini sul femminicidio di Giada Zanola, gettata dal cavalcavia A4. L'indagato è accusato di omicidio premeditato.


PADOVA - La Procura di Padova ha concluso le indagini preliminari sul caso della morte di Giada Zanola, la 34enne gettata dal cavalcavia dell'autostrada A4 di Vigonza nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2024. L’indagato è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di convivenza. Secondo gli inquirenti, il delitto sarebbe stato pianificato con largo anticipo.
Indagini cruciali e accertamenti tossicologici
Gli accertamenti sui telefonini di Giada hanno rivelato che la donna stava progettando di lasciare la casa che condivideva con il suo compagno, per trasferirsi dal nuovo partner e portare con sé il figlio. Gli esami tossicologici effettuati sul corpo della donna hanno rilevato la presenza di benzodiazepine, un farmaco sedativo, mentre non sono state trovate tracce di medicinale nell’indagato, nonostante fosse stato prescritto per problemi di insonnia.
Le incongruenze nella versione dell'indagato
L'ipotesi iniziale del suicidio è stata rapidamente scartata quando, il giorno successivo al ritrovamento del corpo, l’indagato è stato arrestato. Durante l’interrogatorio, ha fornito una versione dei fatti piena di incongruenze. Sebbene inizialmente avesse fatto parziali ammissioni, le sue dichiarazioni sono state successivamente ritirate, risultando prive di valore giuridico.
Il femminicidio premeditato
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il delitto sarebbe stato pianificato da tempo. Giada Zanola, ancora viva, sarebbe stata spinta dal cavalcavia da parte del suo compagno, con cui aveva deciso di interrompere la relazione. La caduta di diversi metri, seguita dal passaggio di alcuni Tir, aveva causato la morte della donna, il cui corpo è stato trovato grazie all'intervento dei conducenti dei mezzi pesanti.