Europarlamentare identificata dai Carabinieri per aver esposto una bandiera palestinese al Giro d'Italia
Cristina Guarda identificata dai Carabinieri per una bandiera palestinese al Giro d’Italia. La sua denuncia scuote l’opinione pubblica.


VICENZA – Un episodio che solleva interrogativi su libertà di espressione e gestione della sicurezza si è verificato a Lonigo, in occasione del passaggio del Giro d’Italia 2025. La protagonista è Cristina Guarda, europarlamentare eletta con Verdi - Alleanza Verdi e Sinistra, che ha denunciato pubblicamente di essere stata identificata dai Carabinieri per aver esposto una bandiera palestinese in un terreno agricolo di proprietà della sua famiglia.
Il gesto simbolico e l’intervento delle forze dell’ordine
Cristina Guarda ha spiegato che si trovava sul suo campo privato, affacciato sul percorso della tappa vicentina del Giro, quando ha deciso di esibire la bandiera della Palestina in segno di solidarietà verso la popolazione palestinese. Poco dopo il passaggio dei ciclisti, la bandiera era stata già riposta, ma ciò non ha impedito l’intervento dei Carabinieri, che hanno proceduto con l’identificazione della deputata europea.
Secondo quanto dichiarato dalla stessa Guarda, il gesto intendeva essere pacifico e simbolico, parte di una più ampia mobilitazione che, nelle ultime settimane, ha visto molti cittadini esporre bandiere palestinesi lungo le tappe della corsa ciclistica. "È assurdo che le forze dell'ordine siano impiegate per simili controlli – ha commentato – invece di occuparsi di questioni più urgenti."
Una riflessione sul diritto a manifestare
L’episodio accende i riflettori su un tema delicato: il diritto di manifestare opinioni politiche in luoghi pubblici e privati, specialmente quando si tratta di solidarietà internazionale. La parlamentare ha sottolineato come il suo diritto di espressione sia stato limitato in maniera inaccettabile: “È evidente – ha detto – che si sta cercando di oscurare ogni messaggio di sostegno alla Palestina durante un evento mediaticamente esposto come il Giro.”
Secondo Cristina Guarda, quanto accaduto non rappresenta un caso isolato. “Anche in altre tappe del Giro – ha aggiunto – sono stati segnalati episodi simili, nel tentativo di rimuovere simboli e bandiere considerate ‘scomode’”. Ma, ha ribadito con forza, "le bandiere palestinesi continuano a comparire lungo il tracciato, segno che la coscienza civile è più forte della censura".
Un monito finale e la denuncia politica
La dichiarazione si chiude con un tono ironico ma amaro: “Se volete scendere in piazza con una bandiera della Palestina – ha affermato – non dimenticate il documento d'identità”. Una frase che vuole essere una provocazione, ma anche un richiamo alle implicazioni legali e politiche che, secondo l’eurodeputata, stanno trasformando atti di solidarietà in motivi di controllo e repressione.
La vicenda solleva un dibattito più ampio, soprattutto in un momento in cui, a livello nazionale ed europeo, le tensioni internazionali legate al conflitto israelo-palestinese stanno alimentando confronti serrati sul ruolo delle istituzioni democratiche nella tutela delle libertà civili.