26 OTTOBRE 2023. Dopo un mese di eventi in tutto il Veneto orientale il progetto “Città amica delle persone con demenza” è giunto all’epilogo e con esso, sabato pomeriggio al Caffè Letterario di San Donà di Piave,sono stati premiati i vincitori dei premi letterario “Le persone, la memoria, i luoghi” e fotografico “Lenta-mente niente?” collegati a questa iniziativa.
Questi i primi tre classificati del premio letterario: al terzo posto Alberto Favaro con il racconto “Mercoledì alle otto”; secondo posto a Rita Mazzon con “I capelli”. Ha conquistato il primo premio lo jesolano Italo Falcier con il testo “La partita” che la giuria ha così motivato: “Lessico diretto, a volte crudo, senza fronzoli e vuota retorica, forma sciolta e scorrevole, immagini efficaci, quasi cinematografiche. Questo lavoro è un vero racconto e non uno sfogo, che ha descritto, in modo leggero ma non banale, il necessario e possibile rapporto tra le generazioni, tra chi può andarsene e chi deve rimanere. L’autore dimostra un’interessante capacità di osservazione e di descrizione dei personaggi. Il testo riesce a generare gioia di esistere e interesse per la vita in ciascun soggetto coinvolto – lettore compreso – grazie anche a quella sua nota finale, ironica e positiva, rispetto a una realtà che sembra senza speranza”.
Primi tre classificati del premio fotografico: al terzo posto Gianni Mazzoncon “Il movimento e la lettura per continuare il percorso”; al secondo posto Miriam Bonadio con la foto intitolata “Demenza: percorso senza uscita”. Primo premio a Chiara Manente di Fossalta di Piave con la foto “Tu maestro io bambino” che la giuria ha motivato come segue: “Si innesca nell’immagine quasi una dinamica di congedo. La tavola è rotonda, come nella migliore tradizione per fidarsi dell’altro, per avere aiuto reciproco, indeterminato, senza trappole utilitaristiche. La tavola funge anche da ideale orbita ellittica, risultato della prospettiva scelta, dove ruotano elementi di diversa grandezza e sentimenti che si toccano appena, quasi in segno di congedo. E’ il giovane che rassicura il vecchio con il suo libro aperto. Il maestro ormai può tenere gli occhi chiusi come nello Zen e il tiro con l’arco. Lo spazio apparentemente spoglio di informazioni si arricchisce improvvisamente di un elemento nella parte in alto a destra dell’immagine: la pianta di un edificio messa in cornice. E’ una pianta di edificio importante come un ammonimento alla solidità dei nostri riferimenti”.
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