MESTRE. Durante una recente ispezione in un ristorante cinese a Mestre, accanto a un noto albergo e vicino alla stazione ferroviaria, è stato scoperto un ingente quantitativo di cibo conservato in modo inadeguato. La polizia amministrativa della questura, unitamente all’Usl 3 e alla polizia locale, ha condotto un controllo che ha portato alla sospensione temporanea dell’attività del ristorante e al sequestro di oltre mille chili di cibo.
Dettagli dell’ispezione e degli esiti
L’operazione è stata inizialmente stimolata dal sospetto che nel ristorante venissero utilizzati esemplari di tartarughe protette. Le verifiche hanno tuttavia escluso tale ipotesi, rivelando che si trattava di rettili leciti per l’uso alimentare, ma conservati in condizioni non sicure e senza adeguata documentazione su provenienza e scadenza.
In aggiunta alle tartarughe, sono stati trovati grandi quantitativi di carne, pesce e varie tipologie di alimenti, tutti privi di etichettatura che ne garantisse la tracciabilità e la sicurezza. Questo ha obbligato le autorità a procedere con il sequestro e a imporre al ristorante di adeguarsi alle norme igienico-sanitarie per poter eventualmente riprendere l’attività.
Contesto locale e precedenti
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di sorveglianza intensificata delle autorità locali, con altri due casi simili registrati a Mestre dall’inizio dell’anno. In precedenza, un market africano e un mini market sono stati oggetto di provvedimenti analoghi per violazioni delle normative igienico-sanitarie, con sequestri significativi di cibo non sicuro.
Prospettive future per il ristorante
Il locale dovrà ora eliminare tutto il cibo non sicuro sequestrato e sottoporsi a un’ulteriore ispezione da parte dell’Usl 3 per verificare il ripristino delle condizioni di sicurezza e igiene necessarie. Solo allora potrà considerare una possibile riapertura, a garanzia della salute pubblica.
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