Padova, avviata la Causa di beatificazione per don Giovanni Nervo
Avviata la Causa di beatificazione per don Giovanni Nervo, primo presidente Caritas Italiana e fondatore della Fondazione Zancan.
Samuele Meton
PADOVA – Con un editto datato 9 settembre 2025, la Diocesi di Padova ha annunciato ufficialmente l’avvio della richiesta per la Causa di beatificazione e canonizzazione di don Giovanni Nervo (1918-2013). Il documento, firmato dal vescovo Claudio Cipolla e dal cancelliere vescovile Sara Ruffato, recepisce la domanda presentata dal postulatore, diacono Francesco Armenti.
L’editto invita i fedeli a fornire testimonianze, documenti o scritti utili alla valutazione della causa, da consegnare al Tribunale diocesano. La comunicazione sarà affissa per un mese in alcune chiese e istituti legati alla figura di don Nervo e diffusa sui canali ufficiali della Caritas e della Fondazione E. Zancan.
Chi era don Giovanni Nervo
Nato a Casalpusterlengo nel 1918 da famiglia originaria di Solagna (Vicenza), entrò giovanissimo in seminario e fu ordinato presbitero nel 1941. Partecipò alla Resistenza padovana e svolse diversi incarichi pastorali e sociali: assistente delle Acli, cappellano di fabbrica nell’ONARMO, docente di religione e fondatore della Scuola Superiore di Servizio Sociale (1951).
Nel 1964 istituì la Fondazione Zancan, punto di riferimento nel settore delle politiche sociali, che guidò per oltre trent’anni.
L’esperienza con Caritas Italiana
Figura centrale della sua missione fu la Caritas Italiana, creata nel 1972 dalla CEI. Don Nervo ne fu primo presidente e successivamente vicepresidente fino al 1986. Il suo impegno fu volto a radicare la Caritas come presenza stabile in ogni diocesi, accanto all’annuncio e alla liturgia.
Terminata questa esperienza, coordinò per la Conferenza Episcopale Italiana i rapporti tra Chiesa e istituzioni fino al 1991. Tornato a Padova, continuò a occuparsi di giustizia sociale, sempre vicino ai poveri e alle realtà più fragili.
La morte e la memoria
Don Giovanni Nervo si è spento nel 2013 all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano. La sua figura è ricordata come quella di un sacerdote profondamente legato al mondo della solidarietà, promotore di una Chiesa attenta alle esigenze dei più deboli.
