Aurora boreale durante la tempesta solare geomagnetica anche a Nordest

Cieli rosa e fucsia tra Veneto e Friuli: aurora boreale nel Nordest per la tempesta geomagnetica G4. Effetti, cause e consigli per l’osservazione.

12 novembre 2025 09:34
Aurora boreale durante la tempesta solare geomagnetica anche a Nordest -
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Una pioggia di segnalazioni e fotografie ha raggiunto la redazione nella notte tra l’11 e il 12 novembre 2025: il cielo del Nord Italia si è trasformato in una tela cosmica, con un’aurora boreale dalle tonalità rosa e fucsia osservata a macchia di leopardo anche nel Nordest, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, mentre i bagliori sono risultati particolarmente intensi in Piemonte, nell’area del Torinese. Uno spettacolo rarissimo a queste latitudini, che non ha nulla di “miracoloso”, ma che nasce dalla dinamica ben nota agli esperti: una tempesta geomagnetica G4 (severa), classificazione indicata dal NOAA, spinta dall’attività del massimo solare.

Segnalazioni e scatti dal Nordest

Le foto arrivate in redazione raccontano archi luminosi e veli colorati all’orizzonte anche in diverse località del Veneto e del Friuli Venezia Giulia: bagliori rosati, striature fucsia, talvolta con sottili colonne che si alzavano dal profilo dei rilievi. I contributi dei lettori descrivono un fenomeno breve, ma intenso, visibile soprattutto dalle aree più buie e lontane dall’inquinamento luminoso.

Perché il cielo si è tinto di rosa

L’evento è legato al massimo solare, ovvero il periodo di picco dell’attività della nostra stella, quando aumentano eruzioni e espulsioni di massa coronale (CME). Queste nubi di particelle cariche raggiungono la Terra e interagiscono con la magnetosfera e l’atmosfera. Quando gli atomi di ossigeno ad alta quota (oltre 200 km) vengono eccitati, emettono luce con sfumature che spaziano verso il rosso-rosa: è il motivo per cui, a latitudini insolitamente basse, abbiamo visto quelle tonalità così spettacolari.

Cos’è una tempesta geomagnetica G4

Nel sistema di classificazione G1–G5, una G4 indica una tempesta severa. In queste condizioni la corrente di particelle solari può deformare la magnetosfera terrestre, esaltando la cintura aurorale e spingendola verso sud. Da qui la possibilità, non comune, di osservare aurore anche nel Nord Italia. In casi eccezionali, con condizioni particolarmente favorevoli (ad esempio CME multiple e campo magnetico interplanetario orientato a sud), il fenomeno può risultare visibile persino a latitudini medie.

Dove si è vista meglio e cosa ha favorito l’osservazione

Molte testimonianze hanno collocato la massima intensità tra il Piemonte e il Torinese, ma bagliori e veli sono stati percepiti anche nel Nordest, specie dove l’orizzonte era pulito e il cielo buio. A favorire la visibilità:

  • Assenza di nuvolosità sul settore interessato.

  • Orizzonte nord libero da ostacoli.

  • Basso inquinamento luminoso (zone rurali o montane).

  • Occhio adattato al buio per almeno 15–20 minuti.

Effetti della tempesta: tecnologia sotto stress

Se per gli occhi è stato un regalo, per i sistemi tecnologici la tempesta geomagnetica G4–G5 rappresenta un test impegnativo. Gli esperti sottolineano possibili disturbi a:

  • Reti elettriche: flussi indotti che possono richiedere riequilibri e protezioni.

  • Sistemi di navigazione GPS: errori di posizionamento e degradazione del segnale.

  • Comunicazioni radio ad alta frequenza: interferenze, blackout temporanei, rumore ionosferico.

Per la salute umana, la protezione atmosferica resta un efficace scudo: l’effetto è trascurabile per chi si trova a terra, mentre la tecnologia deve fare i conti con un ambiente spaziale più turbolento.

Come prepararsi a una possibile replica nel Nordest

Chi spera in una nuova notte di aurore nel Nordest può mettere in pratica alcuni accorgimenti:

  • Monitorare gli indici geomagnetici e gli avvisi degli enti specializzati.

  • Scegliere luoghi bui, lontani dai centri urbani, con vista libera verso nord.

  • Usare tempi di posa brevi-medi e ISO adeguati: gli smartphone moderni, in modalità notte, possono catturare i veli più deboli.

  • Portare treppiede e impostare lo scatto manuale per ridurre mosso e rumore.

Cosa ci dicono i colori dell’aurora

I colori sono la firma della fisica in quota:

  • Rosso/rosa (ossigeno oltre 200 km): frequente durante eventi forti e a basse latitudini.

  • Verde (ossigeno attorno ai 100–150 km): dominante nelle aurore di latitudini alte.

  • Viola/porpora (azoto): indica transizioni diverse e quote intermedie.

Domande frequenti in breve

È pericoloso? Per chi è a terra, no: l’atmosfera assorbe l’energia più dannosa.
Si può prevedere? In parte: le CME si monitorano, ma l’intensità effettiva sull’Italia dipende da molte variabili.
Si vedrà ancora? Se la tempesta persiste o si ripetono espulsioni ravvicinate, non è esclusa una replica: conviene tenere d’occhio le previsioni.

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