Nell’ottobre scorso, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (Aoui) ha subito un grave attacco informatico da parte del gruppo hacker Rhysida. L’obiettivo era estorsivo, ma l’azienda ha rifiutato di cedere al ricatto. Di conseguenza, i criminali hanno pubblicato sul dark web i dati rubati, danneggiando non solo i pazienti ma anche i lavoratori e le lavoratrici dell’ente sanitario.
Conferma e dettagli dell’attacco
La conferma ufficiale è giunta durante un incontro tra sindacati e il direttore generale Callisto Bravi, con la partecipazione del responsabile della privacy Felice Schena e un consulente legale. È stato rivelato che i dati personali sensibili di alcuni dipendenti, compresi documenti d’identità e informazioni mediche, sono stati esposti online.
La risposta dell’Azienda
Aoui ha comunicato che i dipendenti i cui dati sono stati compromessi riceveranno una notifica della violazione. Tuttavia, la tempistica di questa comunicazione, a tre mesi di distanza dall’attacco, ha sollevato perplessità, soprattutto in relazione alle norme sulla privacy europea che richiedono una risposta tempestiva.
Dubbi e preoccupazioni dei lavoratori
I lavoratori sono stati invitati a sporgere denuncia alla procura di Venezia. Tuttavia, restano forti dubbi sulla gestione dell’incidente da parte dell’azienda e sulla sicurezza dei dati sensibili, ora potenzialmente accessibili a hacker e truffatori professionali.
Problemi con il nuovo sistema informatico
In aggiunta, è stata sollevata la questione dell’applicativo Sio Trackcare, utilizzato da Aoui ma non ancora collaudato, che continua a presentare problemi tecnici. Ci sono state segnalazioni di malfunzionamenti in vari reparti, sollevando ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza informatica.
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