Investita dopo la fuga dalla comunità: «Angelika Hutter è ancora in condizioni gravissime»

Angelika Hutter investita a Ronco all’Adige dopo la fuga dalla comunità psichiatrica: è ricoverata in Terapia intensiva a Verona.

31 dicembre 2025 08:08
Investita dopo la fuga dalla comunità: «Angelika Hutter è ancora in condizioni gravissime» -
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Un nuovo e drammatico episodio riporta al centro dell’attenzione la vicenda giudiziaria e clinica di Angelika Hutter, la 34enne di origine tedesca condannata per la strage stradale di Santo Stefano di Cadore. La donna è rimasta gravemente ferita dopo essere stata investita da un’auto nel pomeriggio di domenica a Ronco all'Adige, il comune veronese dove si trova Casa Don Girelli, la struttura psichiatrica nella quale era inserita in regime di libertà vigilata. Secondo quanto ricostruito, Angelika Hutter si sarebbe allontanata autonomamente dalla comunità, nonostante le limitazioni previste dal provvedimento giudiziario. L’impatto con il veicolo è avvenuto poco dopo le 16, in una giornata caratterizzata da nebbia fitta e scarsa luminosità, circa mezz’ora prima del tramonto.

La donna avrebbe percorso via Forante per poi dirigersi verso via Saletto, lungo la strada provinciale 19, arteria che collega Zevio ad Albaredo d’Adige. In quel tratto stava transitando una Volvo XC60, condotta da un automobilista veronese di 77 anni, che procedeva, secondo una prima ricostruzione, a velocità moderata. Resta da definire con precisione il punto esatto dell’investimento. Nella zona non sono presenti strisce pedonali e gli inquirenti stanno verificando se la donna si trovasse a bordo carreggiata o se stesse attraversando la strada. La Polizia stradale di Legnago non esclude, allo stato attuale, l’ipotesi di un gesto volontario, elemento che aggiunge ulteriore complessità all’indagine.

La Procura di Verona ha nel frattempo aperto un fascicolo per lesioni stradali, iscrivendo l’automobilista nel registro degli indagati come atto dovuto. Immediato l’intervento dei sanitari del 118, che hanno trasportato Angelika Hutter in codice rosso all’Ospedale Borgo Trento, distante circa trenta chilometri dal luogo dell’incidente. La donna è stata sedata e ricoverata nel reparto di Terapia intensiva neurochirurgica, dove le sue condizioni vengono definite molto gravi. La prognosi rimane riservata e il quadro clinico è stato descritto come stazionario. Tra le conseguenze dell’impatto, un grave trauma cranico, riportato verosimilmente urtando il parabrezza dell’auto o l’asfalto dopo la caduta.

Il precedente della strage di Santo Stefano di Cadore

Il nome di Angelika Hutter è legato alla tragedia avvenuta il 6 luglio 2023, quando lungo via Udine, a Santo Stefano di Cadore, la donna, alla guida di un’Audi A3, si lanciò a velocità sostenuta contro un gruppo di pedoni. Nell’impatto persero la vita Marco Antoniello, 47 anni, il figlio Mattia, di quasi due anni, e Maria Grazia Zuin, 64 anni, tutti residenti a Favaro Veneto.

La famiglia stava camminando in fila indiana sul marciapiede, diretta verso un mercatino. Elena e Lucio Potente, mamma e nonno del bambino, si salvarono per pochi centimetri.

Dopo l’arresto, Angelika Hutter era stata detenuta nel carcere della Giudecca, a Venezia, per poi essere trasferita in ospedale a causa di problemi di convivenza e adattamento. Nel corso del procedimento sono stati disposti un esperimento giudiziale sulla strada e un incidente probatorio, che hanno accertato una capacità parziale di intendere e volere al momento dei fatti e un elevato grado di pericolosità sociale.

Il pm Simone Marcon ha concordato con la difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Triolo, un patteggiamento a quattro anni e otto mesi, accettato dopo il risarcimento dei danni alle famiglie Antoniello e Potente. La donna era stata quindi destinata a Casa Don Girelli, con il divieto di uscire autonomamente dalla struttura.

Un divieto che, secondo quanto emerso, non sarebbe stato rispettato, aprendo ora nuovi interrogativi sul sistema di controllo, sulle responsabilità e sulle condizioni di sicurezza attorno alla comunità terapeutica.

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