Malore fatale sul Grappa con la famiglia: morto Alessandro Ferraris, "colonna" degli Alpini
Tragedia sul Grappa: Alessandro Ferraris stroncato da un infarto. Era vicepresidente Ana e direttore del Museo. L’addio commosso del presidente Rugolo.


BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) – Una notizia che ha colpito come un fulmine a ciel sereno l’intera comunità alpina e non solo. Alessandro Ferraris, figura carismatica, instancabile e profondamente legata ai valori alpini, è morto improvvisamente sul Monte Grappa, colto da un infarto fulminante mentre si trovava in escursione con la sua famiglia. Lascia una moglie e una figlia di 16 anni.
Il malore improvviso durante un’escursione con la famiglia
La tragedia si è consumata nelle scorse ore, mentre Alessandro stava vivendo una delle sue tante giornate all’aria aperta, immerso nel paesaggio che tanto amava. Era con i suoi cari, tra i monti che considerava casa, quando si è accasciato a terra, stroncato da un infarto. I tentativi di soccorso sono stati purtroppo vani.
La notizia si è rapidamente diffusa, lasciando un vuoto profondo tra chi lo conosceva: volontari, alpini, amici, colleghi e visitatori del Museo che dirigeva con dedizione.
Una vita per l'Ana: vicepresidente e guida del Museo
Alessandro Ferraris era molto più di un semplice appassionato: era vicepresidente della Sezione Ana Monte Grappa e direttore del Museo degli Alpini, anima pulsante di tante iniziative e punto di riferimento per chiunque volesse avvicinarsi alla storia e all’impegno civile degli Alpini.
Conosciuto per la sua energia instancabile, ha speso anni nel valorizzare la memoria, nel costruire percorsi educativi e culturali, nel rafforzare il legame tra la montagna, la tradizione e le nuove generazioni. Chi lo ha affiancato in questi anni ricorda un uomo profondo, competente, appassionato, sempre in prima linea nei progetti della Sezione.
Il commosso saluto del presidente Rugolo
Parole toccanti arrivano da Giuseppe Rugolo, presidente della Sezione Monte Grappa dell’Ana, che con Ferraris ha condiviso un lungo cammino umano e associativo:
«Ho aspettato prima di realizzare la verità. Ho aspettato sperando che non fosse vera quella notizia che mi era stata comunicata in tutta la sua tragicità. Ho aspettato pensando a quanti sogni realizzati insieme, a quanti e quali progetti condivisi e portati a termine con determinazione e passione».
Rugolo ricorda i lunghi anni di collaborazione, le sfide affrontate, la voglia costante di migliorare, di costruire, di lasciare un segno.
«Quante discussioni, quante analisi, quanti progetti realizzati, sempre spinti dalla fede profonda nei valori alpini. E adesso, come un battito d'ali, un refolo di vento, non sei più tra noi, sei andato avanti e da stamattina niente sarà più come prima», scrive con dolore.
Un addio che lascia un vuoto difficile da colmare
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, una sensazione di incompiuto. Ferraris era il simbolo di una generazione che credeva nell’azione concreta, nel servizio, nella memoria viva.
«Ti abbraccio fratello mio, ti abbraccio forte perché mi manchi già troppo. Maledettamente troppo. Vai per le tue amate montagne Alessandro, che le nostre preghiere ti accompagneranno sempre», conclude Rugolo, rivolgendogli l’ultimo saluto con le parole di chi ha perso un amico, un compagno, un fratello d’anima.
