L’incremento del fenomeno degli affitti brevi nel Veneto continua a crescere, con un aumento significativo del 14,34% in un periodo di 13 mesi, da settembre 2023 a settembre 2024. Secondo i dati forniti dalla piattaforma Stendhal, sviluppata da Unioncamere in collaborazione con ISNART, il numero di alloggi per affitti brevi nella regione è salito da 45.874 a 52.455, registrando un aumento di 6.581 unità.
Questo trend si inserisce in un contesto globale in cui molte città stanno cercando di regolamentare il fenomeno degli affitti brevi. A livello internazionale, città come New York e Barcellona hanno introdotto misure restrittive per limitare la diffusione degli affitti brevi, con licenze che scadranno a partire dal 2029 per preservare la qualità della vita urbana.
Analisi della situazione negli affitti brevi in Veneto
Nonostante la notevole crescita, alcune province venete hanno mostrato un leggero rallentamento a settembre 2024, forse dovuto a una pausa post-ferie. Tuttavia, i dati sulle prenotazioni evidenziano un interessante trend stagionale, con Verona che ha registrato 57.884 prenotazioni ad agosto e Venezia che ha toccato quota 93.287 prenotazioni a giugno, in parte grazie al turismo legato al Carnevale.
Al contrario, Padova sembra consolidarsi come destinazione turistica di soggiorno più qualificata, con prenotazioni costanti durante l’anno e un picco a settembre con 10.495 prenotazioni.
Commento di Patrizio Bertin
Il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin, ha espresso preoccupazione per l’impatto degli affitti brevi sulla vivibilità delle città. Secondo Bertin, se gli appartamenti vengono esclusivamente destinati ai turisti, si rischia una carenza di alloggi per i residenti, con la conseguente chiusura dei negozi e un rischio di degrado urbano. Bertin sottolinea la necessità di stabilire regole per evitare che le città diventino “Disneyland senza anima”, prive di residenti e di vita commerciale locale.
Proposta di regolamentazione
Il presidente Bertin ha sottolineato che la soluzione non è vietare gli affitti brevi, ma pianificare e regolamentare il fenomeno per mantenere l’equilibrio tra turismo e vita quotidiana nelle città. La mancanza di residenti potrebbe compromettere la sostenibilità economica delle città, mettendo a rischio attività come negozi di quartiere, ristoranti e servizi alla comunità.
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