“Trombosi del viaggiatore”: all'aeroporto Catullo parte la campagna informativa dell’Aoui Verona
Aoui Verona e Aeroporto Catullo lanciano una campagna informativa multilingue per prevenire la trombosi del viaggiatore nei voli oltre le 4 ore.
VERONA – Un viaggio lungo, spesso di oltre quattro ore, può aumentare sensibilmente il rischio di trombosi venosa, una condizione che interessa soprattutto chi rimane fermo per molto tempo in aereo, auto o treno. Per questo l’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona e l’Aeroporto Catullo hanno deciso di unire le forze e lanciare una campagna informativa dedicata ai viaggiatori, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza e ridurre i rischi legati alla cosiddetta “trombosi del viaggiatore”.
Una campagna innovativa per chi parte da Verona
La collaborazione nasce dopo l’esperienza positiva del banchetto informativo allestito al Terminal Partenze in occasione della Giornata mondiale della Trombosi. Da questa iniziativa è arrivata la spinta per strutturare un progetto continuativo: oggi, nello scalo veronese, i passeggeri possono trovare brochure informative in sette lingue – italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, arabo e cinese – oltre a un video esplicativo trasmesso sui totem del Terminal. Tutti i materiali sono scaricabili tramite QR code o dal sito dedicato.
L’iniziativa è stata sviluppata dall’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna B di Borgo Roma, diretta dalla prof.ssa Simonetta Friso, con il coordinamento del prof. Nicola Martinelli e il contributo di medici e specializzandi che si occupano quotidianamente di pazienti con problemi di coagulazione e trombosi.
Perché i viaggi lunghi aumentano il rischio
Rimanere seduti per molte ore, specie negli spazi ristretti di un aereo, può ridurre la circolazione sanguigna nelle gambe, favorendo l’insorgenza di tromboembolismo venoso. Il rischio può aumentare ulteriormente a causa di:
disidratazione, che rende il sangue più denso;
scarsa mobilità, principale fattore predisponente;
ridotta pressione dell’ossigeno in quota;
età superiore ai 40 anni;
condizioni mediche pregresse come obesità, insufficienza venosa, tumori, malattie immunologiche o cardiache;
fumo di sigaretta;
utilizzo di contraccettivi orali, gravidanza e puerperio;
storia personale o familiare di trombosi o embolie polmonari.
Sette consigli per ridurre il rischio durante il viaggio
Fortunatamente, la prevenzione può essere semplice ed efficace. Gli esperti raccomandano alcuni accorgimenti per chi affronta viaggi lunghi:
muoversi spesso e camminare quando possibile;
fare esercizi con caviglie, ginocchia e spalle;
evitare di tenere le gambe piegate a 90 gradi per troppo tempo;
idratarsi regolarmente evitando alcolici;
non utilizzare sonniferi;
indossare vestiti comodi;
valutare, solo su indicazione del medico, calze a compressione graduata.
L’utilizzo di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti non è consigliato senza valutazione specialistica: «Sono farmaci da prescrivere solo in casi specifici – ricorda il prof. Martinelli – perché espongono a rischi significativi e hanno evidenze limitate per la prevenzione della trombosi del viaggiatore».
La patologia: che cos’è il tromboembolismo venoso
Il tromboembolismo venoso nasce dall’attivazione della coagulazione all’interno dei vasi venosi, con formazione di un coagulo che ostruisce il flusso sanguigno. Comprende la trombosi venosa profonda, che colpisce soprattutto gli arti inferiori, e l’embolia polmonare, causata dal distacco di una parte del trombo che raggiunge cuore e polmoni.
Un fenomeno che, nella maggior parte dei casi, può essere prevenuto con una corretta informazione e semplici buone pratiche durante il viaggio.
Dichiarazioni e valore del progetto
«L’Aeroporto di Verona – afferma Alessandra Bonetti, amministratore delegato di Catullo S.p.A. – è da sempre attento al benessere dei passeggeri. Questa collaborazione dimostra quanto sia importante unire le competenze del mondo sanitario e di quello aeroportuale per promuovere cultura della prevenzione e informazione chiara e accessibile».
La prof.ssa Friso, direttrice della Medicina B, sottolinea come la prevenzione sia parte fondamentale del lavoro clinico: «Abbiamo creato materiali divulgativi per rendere i viaggiatori più consapevoli dei rischi e, soprattutto, delle misure utili a proteggersi».
Una sinergia che guarda alla sicurezza dei viaggiatori
L’iniziativa, che ha ricevuto anche il supporto non condizionante dell’azienda farmaceutica Viatris, si configura come un progetto ad alto impatto sociale, capace di unire ricerca, pratica clinica e comunicazione al servizio dei passeggeri. Con il contributo del personale del S.U.E.M. 118 Verona e del team di Medicina Interna B, la campagna consolida una nuova modalità di informare e proteggere chi transita dallo scalo veronese.