Nella giornata del 6 dicembre 2022, un tragico evento ha scosso la comunità di Pramaggiore: Cinzia Luison, 60 anni, parrucchiera del luogo, è stata brutalmente assassinata dal marito, Giuseppe Walter Pitteri, 66 anni, ex autista Actv. La Corte d’Assise di Udine, dopo un processo coinvolgente giudici togati e una giuria popolare, ha emesso la sua sentenza: ergastolo, una severa condanna per Pitteri, aggravata dalla decisione di risarcire i danni alle due figlie, che si sono costituite parte civile.
Il contesto di una tragedia familiare
Pitteri, noto per i suoi problemi di dipendenza dai giochi d’azzardo, ha raggiunto un punto di non ritorno quando, per proteggerlo dalla completa erosione economica dovuta alla sua dipendenza, gli è stato assegnato un amministratore di sostegno. Questo amministratore limitava l’accesso di Pitteri ai fondi, concedendogli solamente 50 euro giornalieri. La decisione, pur essendo una misura preventiva, ha scatenato in Pitteri una reazione violenta e fatale.
Le conseguenze di un gesto irreparabile
La violenza dell’atto, con il quale ha ucciso la moglie usando delle bottiglie con tale ferocia da causarle gravi lesioni craniche, ha evidenziato la gravità del deterioramento mentale e emotivo di Pitteri. Durante il processo, è emerso come la dipendenza da gioco abbia consumato non solo le risorse finanziarie dell’uomo, ma anche i suoi legami familiari e il suo equilibrio psicologico.
Il verdetto e le sue implicazioni
La decisione della Corte non solo sottolinea la gravità del crimine, ma anche la necessità di una giustizia che possa offrire un qualche grado di consolazione alle figlie di Pitteri e Luison, le quali ora devono ricostruire la loro vita dopo un tale trauma. Il caso pone anche in luce le sfide legate alla gestione delle dipendenze e al supporto delle famiglie coinvolte in dinamiche così distruttive.
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