MESTRE (VENEZIA) – GORIZIA – Un grave episodio di violenza sessuale su una minorenne ha scosso l’opinione pubblica italiana, mettendo in luce la presenza di un aggressore seriale. L’evento si è verificato il 10 aprile, quando una ragazzina di 11 anni è stata seguita da un individuo mentre usciva dalla palestra per fare ritorno a casa. L’uomo è riuscito a penetrare nell’abitazione della famiglia della bambina, ma grazie all’intervento tempestivo di un vicino che ha udito le urla, le forze dell’ordine sono state allertate.
Detenuto trasferito nella sezione “sex offender” a Gorizia
Dopo l’arresto avvenuto a Mestre lo scorso 10 aprile, l’uomo accusato di aver commesso un’aggressione nei confronti di una bambina di 11 anni è stato spostato nel carcere di Gorizia, in una cella riservata a individui considerati pericolosi per reati sessuali. Questa misura è stata presa poiché l’individuo è coinvolto in altri procedimenti per reati simili, presentando un passato giudiziario problematico.
Pedinata dopo la palestra: la dinamica dell’assalto
La sequenza degli eventi è inquietante. La giovane è stata seguita fino a casa dopo aver lasciato la palestra. L’aggressore è riuscito ad entrare nell’abitazione e, approfittando di un momento di distrazione, ha perpetrato l’aggressione sessuale.
L’intervento dei carabinieri è stato scatenato dalle grida udite da un vicino provenienti dall’appartamento. L’uomo, spaventato, è fuggito lasciando sul posto un borsello con documenti personali, elemento che ha facilitato il suo riconoscimento.
Le accuse e la reazione delle istituzioni
L’uomo, già noto per precedenti reati sessuali, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minore e violazione di domicilio. Le indagini hanno rivelato che l’aggressore aveva utilizzato identità false sui social per contattare giovani ragazze.
I politici e le autorità hanno espresso preoccupazione per il fatto che una persona con un passato di violenze sessuali fosse ancora in libertà e potesse commettere nuovi crimini così gravi. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha definito l’accaduto come “uno dei peggiori crimini concepibili”, chiedendosi come sia possibile che un individuo già condannato per altre aggressioni sessuali sia rimasto libero e abbia potuto commetterne un’altra. Ancora più dure le parole di Matteo Salvini: “Castrazione chimica subito”.
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