Oltre 5,5 milioni di assunzioni programmate dalle imprese italiane nel 2023 con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per la durata superiore a 30 giorni; 330mila in più rispetto al 2022 (+6,4%) e quasi 894mila in più rispetto al 2019 (+19,4%).
È lo scenario delineato dal Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal[1].Il flusso delle entrate programmate supera 1,6 milioni di unità nelle regioni del Nord Ovest, seguono le regioni del Sud e Isole con poco meno di 1,5 milioni di assunzioni e quelle del Nord Est, 1,3 milioni.
Veneto
“L’indagine Excelsior è uno strumento importante per conoscere le esigenze delle nostre imprese e i profili richiesti – commenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza – e per guidare le scelte dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Se l’andamento dell’occupazione nel settore privato quest’anno rimane positivo, nonostante condizioni economiche meno favorevoli nel secondo semestre, continua ad aumentare anche il mismatch occupazionale. Quasi la metà delle ricerche di personale è difficile da realizzare e risultano introvabili gli operai specializzati. E questo potrebbe provocare un rallentamento nella crescita economica di diversi settori nei prossimi anni. Come sistema camerale veneto stiamo mettendo in campo diverse iniziative per invertire questa tendenza, a partire dall’accompagnamento dei giovani al mondo del lavoro con un buon orientamento scolastico. E’ importante aiutarli a essere consapevoli delle dinamiche in atto e delle opportunità occupazionali e a scegliere il percorso più utile in un mondo del lavoro in trasformazione. Il nostro impegno è forte anche in tema di internazionalizzazione e di conoscenza dei mercati e delle relative opportunità, con un ruolo chiave della Camere di Commercio italiane all’estero.”
In Veneto le assunzioni programmate dalle imprese nel 2023 si attestano ad oltre 526 mila, circa 25 mila in più rispetto al 2022 (+4,8%). Prosegue quindi l’andamento positivo della domanda di lavoro, sebbene con un ritmo di crescita inferiore rispetto a quanto registrato nel biennio precedente (73mila in più rispetto al 2019, +16%). Il miglioramento degli indicatori di Excelsior è in sintonia con i principali indicatori del mercato del lavoro rilevati dall’ISTAT, che nel settembre del 2023 segnalano un incremento del tasso di occupazione (+2,2 punti rispetto al settembre 2022) e dalle tendenze del mercato occupazione rilasciate da Veneto Lavoro. Secondo gli ultimi dati, nel periodo gennaio-novembre 2023 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +48.200 posizioni di lavoro e, grazie alle buone performance che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno, si mantiene su livelli più elevati di quelli registrati nello stesso periodo sia dell’anno precedente sia del 2019.
Alla crescita della domanda di lavoro si affianca però una maggiore difficoltà delle imprese nel reperire i profili desiderati, che nel 2023 interessa il 50% delle entrate programmate. I problemi delle imprese nel trovare personale riflettono l’intrecciarsi di diversi fattori e di situazioni molto eterogenee sul territorio.
I dati del 2023 confrontati con l’anno precedente evidenziano soprattutto l’incremento del mismatch legato alla mancanza di profili professionali specifici disponibili all’inserimento in azienda, che passa dal 28,4% del 2022 al 33,1% del 2023; la quota del mismatch qualitativo, cioè dell’inadeguatezza delle competenze possedute dai candidati rispetto a quelle attese dalle aziende, si conferma pari al 12% sul totale delle entrate programmate.
L’andamento positivo dell’occupazione nel settore privato è ascrivibile soprattutto alla filiera turistica, che supera le 106 mila assunzioni previste (+10 mila rispetto al 2022 e +22 mila sul 2019), al commercio, oltre 77 mila contratti (rispettivamente, +10 mila e +7 mila), ai servizi di trasporto (40 mila assunzioni), ai servizi alle imprese e alle persone (38 mila) e alle costruzioni (36 mila).
Nel 2023 le figure dirigenziali, ad elevata specializzazione e tecniche rappresentano circa il 15% delle assunzioni programmate dalle imprese, con una concentrazione nei tecnici dei rapporti con i mercati (15 mila) e della salute (8 mila); le professioni impiegatizie e quelle qualificate nel commercio e nei servizi rappresentano il gruppo più numeroso, quasi 200 mila entrate previste (circa 40 % dei contratti), con i profili più richiesti legati al turismo e commercio (esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione con oltre 86 mila assunzioni e addetti alle vendite quasi 45 mila entrate).
Il macro-gruppo degli operai specializzati e conduttori di impianti presenta una domanda di quasi 163 mila unità; in testa nelle richieste i conduttori di veicoli a motore (25 mila assunzioni), seguiti dagli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni e operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (entrambi 14 mila entrate). Infine, tra le professioni non qualificate (in tutto 84 mila richieste) gli addetti ai servizi di pulizia e gli addetti allo spostamento e consegna delle merci coprono quasi il 90% del fabbisogno occupazionale del gruppo.
Le imprese valutano anche le competenze possedute dai candidati all’assunzione: le competenze digitali sono ritenute importanti soprattutto per i candidati con un’istruzione terziaria (al 69%), che sale al 77% nelle lauree a indirizzo economico, al 90% in ingegneria industriale e al 96% nel caso dell’indirizzo ICT degli ITS Academy. A tale indirizzo è associata anche l’importanza più elevata per le competenze relative alle “tecnologie 4.0 e alle applicazioni dell’intelligenza artificiale” (67%) e all’utilizzo di metodi matematici e informatici (81%).
La richiesta di competenze green è diffusa in modo omogeneo tra i diversi livelli formativi (intorno al 40% delle assunzioni), ma si supera il 50% nel caso del diploma turistico-alberghiero.
Nel 2023 il possesso di un livello di istruzione terziaria (laurea o diploma ITS Academy) è richiesto al 12% dei candidati all’assunzione, un diploma di istruzione secondaria II grado è il livello di istruzione preferito per due terzi (70%) delle entrate mentre soltanto per il 19% dei contratti le imprese ritengono sufficiente la sola scuola dell’obbligo.
I titoli di studio più richiesti per l’istruzione terziaria sono quelli a indirizzo economico (più di 18.300 delle assunzioni programmate), seguiti a distanza da quelli a indirizzo insegnamento e formazione (7.160) e da quelli a indirizzo ingegneria industriale (5.330). Tra i diplomi di scuola secondaria di II grado, le imprese richiedono soprattutto l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (48.480 entrate previste) mentre tra le qualifiche/diplomi professionali prevalgono nelle ricerche delle imprese gli indirizzi collegati alla ristorazione (44.290), alla meccanica (39.890) e alla logistica (25.190).
Sono destinate ai giovani fino a 29 anni il 32,3% delle entrate totali. I settori maggiormente orientati verso i più giovani sono il commercio al dettaglio, con il 45% delle entrate rivolte alla componente giovanile, e i servizi di alloggio e ristorazione compresi i servizi turistici con il 39%, seguono le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo con il 36%.
La difficoltà di reperimento nel caso delle ricerche di giovani riguarda il 49% delle entrate programmate. Tra le figure under 30 che le imprese fanno più fatica a trovare emergono gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (82% la quota di difficile reperimento), i fabbri ferrai costruttori di utensili (76%), i conduttori di veicoli (73%) e i tecnici programmatori (73%).
Provincia di Venezia
“I programmi occupazionali delle imprese mettono in luce, con differenze che variano da una provincia all’altra, le solite difficoltà di reperimento del personale già note a tutti e le cui cause sono già state abbastanza analizzate con i necessari rimedi ancora di là da venire.” Esordisce così Massimo Zanon, presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, che prosegue affermando: “la cosa più straordinaria rimane, a fronte di tutte le difficoltà che ci sono, la voglia di intraprendere, di progettare il futuro per continuare a crescere e per continuare ad essere nel mercato creando, con le occasioni di lavoro, reddito per le famiglie e ricchezza per il Paese.”
In provincia di Venezia le assunzioni programmate dalle imprese per il 2023 si attestano a quasi 114 mila, con una tendenza di crescita positiva e di intensità maggiore rispetto sia al dato regionale che nazionale (+20 mila assunzioni pari al +21,7% rispetto al 2022 e +24 mila assunzioni pari al +26,6% rispetto al 2019).
È il settore turistico a trainare la domanda di occupazione con circa un terzo delle richieste di figure professionali in ingresso; seguono il settore del commercio con quasi 17 mila previsioni di assunzione e i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, con poco più di 10 mila richieste.
Tra le figure professionali richieste spiccano quelle legate al turismo: esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione 30 mila assunzioni, che per le imprese risultano di difficile reperimento per il 52% dei casi. Sono richiesti in provincia anche gli addetti alle vendite (12 mila, solo 1 su 4 risulta di difficile reperimento) e il personale non qualificato nei servizi di pulizia (11,8 mila, 40% di difficile reperimento).
Complessivamente le figure professionali ricercate dalle imprese veneziane risultano di difficile reperimento nel 47% dei casi, dato leggermente inferiore rispetto alla media regionale. La difficoltà è legata per il 31% ad una mancanza di candidati mentre per il 12% ad una preparazione inadeguata.
I titoli di studio più richiesti per l’istruzione terziaria sono quelli a indirizzo economico (3.650 delle assunzioni programmate), seguiti a distanza da quelli a indirizzo sanitario e paramedico (690) e da quelli ad indirizzo insegnamento e formazione (670).
Per le richieste di diplomati le imprese ricercano soprattutto personale dell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (10.650 entrate previste) mentre tra le qualifiche/diplomi professionali prevalgono, nelle ricerche delle imprese, gli indirizzi collegati alla ristorazione (16.700), alla logistica (4.750) e alla meccanica (4.650).
Il 30,3% delle entrate programmate è destinato ai giovani fino a 29 anni. I settori che richiedono maggiormente figure giovanili sono il commercio, con il 48% delle entrate, le costruzioni (36%), i servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone (32%) e i servizi turistici (30%).
Provincia di Rovigo
La provincia di Rovigo presenta un fabbisogno occupazionale delle imprese in controtendenza rispetto alle dinamiche rilevate sia in regione che a livello nazionale. Le assunzioni previste si attestano nel 2023 a 19.740, in diminuzione rispetto al dato registrato nel 2022 (-2.340 entrate pari al -10,6%).
Tuttavia, se confrontata con il 2019 la dinamica di quest’anno risulta positiva anche per le imprese rodigine con una crescita di richieste di figure professionali pari a oltre 3 mila unità (+19,3%).
I settori che prevedono più entrate in provincia nel 2023 sono gli altri servizi (3.870 entrate), seguiti dal commercio (2.630), dal settore turistico (2.580), dalle altre industrie (2.530) e dalle industrie metalmeccaniche ed elettroniche (2.420).
Per quanto riguarda le figure professionali le più richieste riguardano gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (2.340), personale non qualificato nei servizi di pulizia (1.630), personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna delle merci (1.410), addetti alle vendite (1.360) e i conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (1.290).
La difficoltà di reperimento è segnalata in modo più marcato dalle imprese della provincia di Rovigo: lo indicano per il 50,2% delle assunzioni previste, in linea con il dato regionale 49,8% ma superiore a quello nazionale (45,1%). La difficoltà è legata per il 33% ad una mancanza di candidati mentre per il 12% ad una preparazione inadeguata.
Anche per la provincia di Rovigo i titoli di studio più richiesti per l’istruzione terziaria sono quelli a indirizzo economico (370 delle assunzioni programmate), seguiti da quelli a indirizzo sanitario e paramedico (290) e da quelli a indirizzo insegnamento e formazione (260). Per le richieste di diplomati le imprese ricercano soprattutto personale dell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (1.520 entrate previste) mentre tra le qualifiche/diplomi professionali prevalgono nelle ricerche delle imprese gli indirizzi collegati alla meccanica (1.820), alla logistica (1.140) e alla ristorazione (1.130).
Delle entrate programmate in provincia il 28,9% è destinato ai giovani fino a 29 anni. I settori che richiedono maggiormente figure giovanili sono il commercio (42% delle entrate) e la filiera turistica (41%).
Provincia di Padova
«I dati dell’indagine – è il commento di Antonio Santocono, Presidente della Camera di Commercio di Padova – confermano il trend positivo dell’occupazione, ma al tempo stesso richiamano l’attenzione sulla preoccupante crescita del gap fra domanda e offerta di lavoro nel nostro territorio. Le posizioni lavorative di difficile reperimento hanno ormai superato la “soglia psicologica” del 50%. Un nodo trasversale, che riguarda moltissimi settori: costruzioni e industrie metallurgiche vivono questa problematica in modo ancor più marcato di quanto avviene nelle realtà dell’informatica e dell’elettronica, a cui in genere si associava questo fenomeno. La figura dell’operaio specializzato è diventata ormai difficile da reperire in quasi tre casi su quattro. Dall’indagine arriva anche una conferma della domanda di competenze che arriva dalle imprese, orientate in modo sempre più deciso alla ricerca di profili con un diploma ITS, nel 71% dei casi introvabili. Come Camera di Commercio abbiamo deciso di investire in modo significativo nello sviluppo di questi percorsi anche attraverso bandi dedicati per il finanziamento di borse di studio».
Il fabbisogno occupazionale in provincia di Padova per il 2023 si attesta 87.220 entrate previste, in diminuzione del -1,9% rispetto al dato del 2022 (88.880 entrate). La dinamica risulta però positiva se confrontata con il 2019, quando le previsioni occupazionali delle imprese della provincia erano risultate pari a 79.250 (+10% 2023 su 2019). A livello settoriale la maggior richiesta di occupati riguarda il comparto del commercio (13.360 entrate), seguito dai servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici (13.270), dagli altri servizi (7.330), dai servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (6.760) e dalle costruzioni (6.200).
Tra le figure professionali richieste emergono quelle legate al turismo: esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione oltre 11 mila assunzioni, che per le imprese risultano di difficile reperimento per il 54% dei casi. Le imprese di Padova richiedono anche figure legate alla vendita (più di 6 mila entrate, circa 1/3 di difficile reperimento), personale non qualificato nei servizi di pulizia (5,7 mila, 36% di difficile reperimento. Nel complesso le figure professionali ricercate risultano di difficile reperimento nel 51,1% dei casi, dato leggermente superiore alla media regionale, condizionato da figure come i conduttori di veicoli a motore e a trazione animale che sono difficili da reperire per il 68% dei casi. La difficoltà è legata per il 33% ad una mancanza di candidati mentre per il 13% ad una preparazione inadeguata.
I titoli di studio più richiesti per l’istruzione terziaria sono quelli a indirizzo economico (3.370 delle assunzioni programmate), seguiti a distanza da quelli ad indirizzo insegnamento e formazione (1.780) e da laureati in ingegneria industriale (1.130). Per le richieste di diplomati le imprese ricercano soprattutto personale dell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (8.070 entrate previste) mentre tra le qualifiche/diplomi professionali prevalgono nelle ricerche delle imprese gli indirizzi collegati alla meccanica (6.520), alla ristorazione (5.3040) e alla logistica (4.110).
Il 32,5% delle entrate programmate è destinato ai giovani fino a 29 anni. I settori che richiedono maggiormente figure giovanili sono il commercio, con il 44% delle entrate, i servizi turistici (43%), le costruzioni (36%), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (36%) e le industrie della fabbricazione di macchinari e attrezzature e dei mezzi di trasporto (32%).
[1] Il campo di osservazione Excelsior si riferisce alle imprese con almeno un dipendente dell’industria e dei servizi e ai contratti di durata superiore a 30 giorni. Le previsioni per il 2023 si basano su un campione di 275 mila imprese italiane intervistate tramite le indagini mensili realizzate nel corso del 2023.
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