Treviso perde un’icona. Martedì sera, il noto Paolo Zucchello, soprannominato “Formajo”, è tragicamente scomparso all’età di 60 anni a causa di un malore improvviso. E’ stato il fratello a trovarlo esanime a casa. Nonostante i soccorsi per Paolo non c’è stato nulla da fare. Figura emblematica della scena trevigiana, Paolo era profondamente radicato nella comunità locale, dove aveva seguito le orme del padre Arturo, figura storica del rugby trevigiano.
Paolo incarnava lo spirito vivace e solare degli anni Ottanta, un periodo in cui Treviso brillava per la sua vitalità e spensieratezza. Era noto per il suo sorriso contagioso e la sua eterna voglia di avventura, simbolo di una generazione che ha visto il Nordest crescere rapidamente e trainare molte regioni d’Italia.
Carriera e passione
Dopo aver completato gli studi all’istituto alberghiero, Paolo aveva iniziato a lavorare nel banchetto alimentare di famiglia. La sua carriera lo aveva visto poi esplorare diverse vie, tutte legate al mondo dell’enogastronomia, dal bar “Nove Buche” al ristorante del Camping Mercedes, fino alla birreria “Trh” a Motta di Livenza.
Paolo aveva un’anima inquieta che lo ha portato a viaggiare in tutto il mondo, dalle spiagge dell’Australia alle isole della Grecia, fino alle recenti avventure in Tanzania. Il suo desiderio di esplorare e vivere una vita senza confini lo ha reso un personaggio amato e stimato da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.
Un futuro mancato
Il suo sogno di ritirarsi come eremita in Tanzania, tra elefanti e leoni, rimane un’affascinante testimonianza del suo spirito libero, un desiderio di pace e tranquillità lontano dal frastuono della vita moderna.
Treviso piange la perdita di un figlio amato, un uomo che ha saputo rendere speciale la vita di molte persone con il suo entusiasmo e la sua generosità. La comunità trevigiana si stringe nel ricordo di Paolo, un uomo che ha saputo amare la vita e le sue infinite possibilità.
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