Sarcastica, irriverente, elegante: l’attrice e autrice Arianna Porcelli Safonov venerdì 10 marzo (ore 21.15) presenta al Teatro Corso di Mestre Fiaba-fobia, uno spettacolo scritto “per ridere e per pensare”, che indaga con ironia e intelligenza sulle fobie che accompagnano la nostra persona e la società in cui viviamo.
La risata diventa così il linguaggio necessario per entrare in uno degli argomenti più attuali, impegnativi e meno discussi di questo momento storico: la paura come timone sociale.
BIGLIETTI: prezzo unico € 20,00 + d.p., in vendita sui circuiti Vivaticket e TicketOne (elenco punti vendita su www.dalvivoeventi.it).
ARIANNA PORCELLI SAFONOV
Fiaba-fobia
Fobia vuol dire paura e Paura include nella propria radice l’indoeuropeo –patche, che vuol dire percuotere, abbattere. Potremmo dire che le paure ci abbattono e che veniamo giornalmente percossi dalla fobia. Non è un buon inizio per un monologo comico. La risata però è il linguaggio che serve per entrare dentro ad uno degli argomenti più attuali, impegnativi e meno discussi di questo momento storico: la paura come timone sociale. Siamo passati dal “Non abbiate paura” di Giovanni Paolo II al “Restate a casa” in un batter d’occhio, da “Andrà tutto bene” alla vigile attesa. Sin dai tempi dell’Uomo Nero, ogni anno viene prodotto un nuovo soggetto che dovrà farcela fare sotto. Quando ero piccola si doveva aver paura di Chernobyl, poi c’è stata la Mucca Pazza, l’arsenico nell’acqua, i testimoni di Geova. Poi sono arrivati i musulmani e dopo il 2001 se vedevi un arabo che avesse fatto la sciagurata scelta di comprarsi una cartella Invicta, eri in grado di allontanarti con un record da far piangere Usain Bolt. Dopodiché sono arrivati gli immigrati ma ora non se li fila più nessuno perché ci sono il virus, la peste suina e, se non bastasse, una bella guerra. Ma non ci bastano le paurose proposte dai suggeritori mediatici: vogliamo di più! Ed anche grazie al clima di terrore mondiale ci spertichiamo in fobie personalizzate che ci percuotono con mille bastoni: dai serpenti, ai ragni, all’aereo, alle malattie veneree, ai batteri di ogni tipo che potrebbero aggredirci al tavolino del bar, dalla fobia degli uomini e delle donne con cui potremmo riprodurci a quella dell’acqua alta e molto altro di pauroso e di ridicolo che viene giustificato con “Scusa, è che c’ho la fobia!”
Fiaba-fobia è una collana di racconti in cui Arianna Porcelli Safonov si affida ancora una volta all’ironia per raccontare il mondo evidenziandone contraddizioni, problemi e brutture. Uno spettacolo che indaga sulle fobie che accompagnano la nostra persona, a volte per tutta la vita, a volte più dei parenti. Fiaba-fobia è stata scritta per ridere e per pensare. Sperando che non ci sia nessuno che abbia paura di ridere di pensare.
Note biografiche
“Far ridere è la mia missione [..] Io faccio ridere con l’intento di ridare il giusto obiettivo ai bisogni sociali, che non sono solo quelli dei disperati ma quelli di tutte le persone”.
Nata a Roma e laureata in Storia del costume, Arianna Porcelli Safonov lavora per circa dieci anni come organizzatrice di eventi, viaggiando ovunque. Nel 2008 inizia a studiare teatro comico e apre un blog di racconti umoristici, Madame Pipì. Due anni più tardi si trasferisce a Madrid, dove conduce fino al 2014 un programma televisivo.
Tornata a vivere in Italia affitta un piccolo fienile, al riparo dal caos delle grandi città, in un paesino dell’Oltrepò Pavese, dove si impegna anima e corpo nella scrittura di monologhi comici che attingono alla realtà di una campagna “incontaminata” contrapposta alla confusione della metropoli (“scrivo e racconto quello che vedo da quassù. Perché da qui il mondo ha un’altra prospettiva, molto più sensata e io sono finalmente libera”, ha dichiarato in un’intervista su Appassionate).
Grazie a uno sguardo irriverente su mode, costumi e assurdità del mondo, i suoi testi ottengono un vasto seguito e suscitano un’ilarità spontanea. Attualmente continua a lavorare come attrice comica, conduttrice di format tv e live e autrice di monologhi di stand-up comedy e cabaret.
Ha pubblicato due bestseller: Fottuta campagna (2016) e Storie di matti (2017). A proposito di quest’ultimo lavoro, Camilla Tagliabue ha scritto sul Fatto Quotidiano: “Ci voleva la penna corrosiva di un’attrice comica per uccidere l’ultima delle divinità pagane: il dio-bio. Spassosissimo libro sui falsi miti della vita rurale”.
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