Verona, Montorio – Prosegue la drammatica trafila dei suicidi in carcere, questa volta nella casa circondariale di Montorio. Avvenuto all’interno della sesta sezione del penitenziario, l’episodio risale alla serata di ieri quando un cittadino di origini ucraine, dimesso da qualche giorno dal reparto psichiatrico, si è impiccato. A Montorio si tratta del secondo suicidio dall’inizio del 2024, il quattordicesimo a livello nazionale. Stando a quanto riferito da una nota della UILPA Polizia Penitenziaria, la vittima è stata ritrovata verso le 20:00, impiccata nella sua cella della sezione infermeria. A nulla sono serviti i soccorsi degli agenti di custodia e del personale medico. Già un mese fa il detenuto aveva provato a tagliarsi la gola, motivo per cui era stato ricoverato in ospedale.
Le fragilità del sistema penitenziario italiano
Il tema delle difficoltà nell’amministrazione delle carceri non è sicuramente nuovo. Dal sovraffollamento ai suicidi, da chi è in attesa di giudizio a chi lavora, i numeri mostrano che gli istituti penitenziari italiani continuano ad avere parecchi problemi. L’ultimo episodio di Verona non è un caso isolato, anzi: solamente un paio di giorni fa, a Poggioreale (Napoli), sono stati registrati altri tre suicidi. Il report di fine 2023 realizzato da Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, mostra dati preoccupanti. Dalle visite compiute in 25 istituti penitenziari è emerso che nel 33% dei casi vi erano celle in cui non venivano garantiti i 3mq calpestabili per ogni persona detenuta. Tale situazione viola l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che vieta qualsiasi tipo di trattamento “inumano o degradante”. Istituti fatiscenti anche a livello strutturale: il 31,4% di questi edifici è stato costruito prima del 1950, molti addirittura prima del 1900. Inoltre, le politiche penitenziarie dei governi degli ultimi anni, fatte più di campagna elettorale che di effettivo pragmatismo, hanno peggiorato ulteriormente la situazione.
A tal proposito sono utili le parole di Mirko Manna, coordinatore nazionale CGIL Comparto Sicurezza, che dice: “Il Governo e l’amministrazione penitenziaria, e ci riferiamo all’istituzione non alle persone, non sono in grado di risolvere alcunché perché a vario titolo rispondono solo ad esigenze di propaganda elettorale sul breve periodo. Negli ultimi giorni, il carcere di Poggioreale ha assistito a due (poco dopo diventati tre, ndr) tragici episodi di suicidio di persone detenute. Questi non sono altro che l’apice di una situazione fuori controllo dell’intero sistema penitenziario: una crisi che ha origini lontane e che per serietà e coerenza non possiamo e non vogliamo scaricare e addebitare solo sul Governo in carica. Altrettanta serietà però la pretendiamo da chi ha raccolto l’onere della gestione delle carceri italiane e dell’intero sistema penitenziario”.
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