Progetto Sandbox: droni a idrogeno per il trasporto di merci sanitarie all’aeroporto di Padova

Il progetto "Sandbox" di SAVE sperimenta l’utilizzo di droni a idrogeno per il trasporto di merci sanitarie, un passo importante verso una mobilità più sostenibile.

11 marzo 2025 13:30
Progetto Sandbox: droni a idrogeno per il trasporto di merci sanitarie all’aeroporto di Padova -
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Durante un incontro odierno organizzato dalla Regione Veneto, in collaborazione con ENAC e SAVE, è stato presentato il progetto “Sandbox”, un’iniziativa innovativa che prevede l’utilizzo di droni a idrogeno per il trasporto di merci sanitarie. Il progetto è stato sviluppato per migliorare l'efficienza dei trasferimenti urgenti di materiale sanitario, medicinali e sostanze biologiche, con un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale.

Il progetto Sandbox: un laboratorio per l’avanguardia tecnologica

Sandbox è un ambiente di prova dedicato, situato all’interno dell’aeroporto di Padova, che segna l’avvio della fase sperimentale di un programma completamente autosufficiente e sostenibile. La peculiarità di questo progetto risiede nella produzione di idrogeno verde, ottenuto grazie all’energia rinnovabile prodotta da pannelli solari dedicati. Il sistema include anche lo stoccaggio e l’erogazione dell’idrogeno direttamente ai droni, che diventeranno i mezzi principali per il trasporto delle merci.

Il progetto si inserisce nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato il 20 maggio 2024 tra ENAC, Regione Veneto e Gruppo SAVE, con la partecipazione di H2C, azienda specializzata in infrastrutture energetiche, e Heron Air, società che gestisce l’aeroporto di Padova. Questo accordo sottolinea l’impegno per lo sviluppo della Mobilità Aerea Avanzata (Advanced Air Mobility), un settore che sta rapidamente evolvendo grazie alla tecnologia.

Un passo importante per la sostenibilità e l’efficienza

La scelta di Padova come sede per il progetto non è casuale. La città è infatti un polo di eccellenza per le cure mediche internazionali, e le sue necessità di trasferimenti rapidi e sicuri di materiali sanitari giustificano l’utilizzo di droni a idrogeno. Questi velivoli, oltre a garantire un vantaggio ambientale grazie all’impiego di idrogeno verde, sono in grado di percorrere fino a 100 km trasportando 5 kg di materiale e consumando solo 340 grammi di idrogeno per volare a pieno carico.

Il periodo di sperimentazione, che durerà 18 mesi, sarà suddiviso in quattro fasi:

  1. Fase 1: sperimentazione a terra per testare il funzionamento del KEB (Key Energy Builder), un sistema compatto di produzione, stoccaggio ed erogazione di idrogeno verde alimentato da pannelli fotovoltaici;
  2. Fase 2: test del KEB con il drone e i mezzi di movimentazione a terra;
  3. Fase 3: sperimentazione del drone a idrogeno in volo all’interno dell’area aeroportuale;
  4. Fase 4: volo del drone a idrogeno al di fuori dell’area aeroportuale, in modalità Beyond Visual Line of Sight (BVLOS), dove il pilota non ha contatto visivo con il drone, ma lo controlla tramite strumenti.

Le parole dei protagonisti

Monica Scarpa, Amministratore Delegato del Gruppo SAVE, ha sottolineato l’importanza del progetto, che rappresenta un passo avanti per la mobilità aerea del futuro: “Il progetto Sandbox all’aeroporto di Padova è un esempio di come l’efficienza e la sostenibilità possano integrarsi. L’utilizzo di idrogeno autoprodotto in loco per il trasporto di merci con droni è un’applicazione dell’economia circolare su cui il nostro Gruppo sta investendo seriamente.”

Elisa De Berti, Vicepresidente della Regione Veneto e Assessore alle Infrastrutture e Trasporti, ha evidenziato come la Regione stia diventando un laboratorio di innovazione tecnologica: “Fin dal 2023 abbiamo avviato con ENAC un progetto che ha portato alla collaborazione con SAVE per sviluppare il sistema di mobilità aerea avanzata. Questo progetto è un esempio di come l’innovazione possa essere applicata per migliorare la logistica e la mobilità, con una visione sempre più integrata e sostenibile.”

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